Il sesso fa bene, eccome: per chi avesse ancora dubbi al riguardo, la conferma viene ora anche dal governo turco del premier Recep Tayyip Erdogan.
Il ministero della Famiglia di Ankara, guidato dal solo ministro donna dell’esecutivo, Fatma Sahin, riferisce Hurriyet, ha pubblicato un opuscolo su “Matrimonio e Salute” che contiene una sorta di manuale del sesso felice.
Naturalmente fra coniugi debitamente sposati. Se praticata bene e spesso, spiega la guida del ministero, l’attività sessuale è un vero toccasana.
Ritarda l’invecchiamento, rafforza il sistema immunitario, previene l’aumento di peso, protegge la salute cardiovascolare, allontana l’insonnia, rafforza le ossa, tonifica il corpo, riduce i dolori mestruali. E aiuta perfino a combattere il mal di testa. Certo, è bene che i coniugi evitino relazioni extramatrimoniali. Sono poi primordiali pulizia fisica e cura personale.
I cattivi odori vanno combattuti e sconfitti. Non bisogna imporre rapporti sessuali al partner quando si è ubriachi, perché questo provocherà “repulsione”. Niente insulti, accuse, atteggiamenti offensivi. Anzi, spiega l’opuscolo, è necessario il “rispetto reciproco”, bisogna cercare di rispondere alle aspettative sessuali dell’altro, evitando “la monotonia”, e dedicarsi con attenzione ai preliminari.
Aiuta anche, per una buona relazione sessuale, un rapporto affettuoso prima, durante e dopo: espressioni di amore e apprezzamento, abbracci, carezze, baci. E ci vuole “pazienza e comprensione”, in particolare quando l’altro è ammalato o soffre di disfunzioni sessuali, raccomanda il ministero. Su un punto forse il manuale dei servizi della signora Satih potrebbe non essere del tutto condiviso dal capo del governo. E’ quando raccomanda ai coniugi di decidere insieme un “adeguato” metodo contraccettivo. Erdogan si è più volte scagliato contro l’aborto. L’anno scorso ha perfino minacciato di vietarlo.
E chiede alle donne turche di avere almeno tre figli – lui dalla moglie Emine, sempre velata, ne ha avuti quattro, Burak, Bilal, Esra e Sumeyye – in nome della ‘grandeur’ e dello sviluppo del Paese.
Dopo anni di crescita cinese la Turchia è oggi la 17ma economia mondiale, e ambisce a un ruolo di potenza regionale ‘neo-ottomana’.
Ha 75 milioni di abitanti, ma Erdogan ne vorrebbe 100 milioni per il 2030 per contribuire a fare entrare il Paese nel club dei primi dieci del mondo.