Dopo il terremoto avvenuto il 18 aprile in Giappone, arriva lo Tsunami. Ma è una fake news.
E’ diventato virale nel giro di poche ore, un video di uno tsunami in Giappone. In realtà si tratta (per fortuna) dell’ennesima fake news di questo periodo, visto che il filmato, non è recente come l’autore della bufala vorrebbe farci credere. Il video in questione, come avviene spesso e volentieri in questi casi, è passato di persona in persona tramite le famose catene su WhatsApp.
Il 18 aprile, è avvenuto un terremoto di magnitudo 6.4 gradi sulla scala Richter, in Giappone, nei pressi della costa est di Honshu. Nonostante la magnitudo considerevole, i giapponesi sono davvero molto preparati nella mitigazione di questi fenomeni naturali. Alla notizia del terremoto,però, si è aggiunta una seconda notizia diffusa dai quotidiani online nipponici. La notizia parlava di un panel governativo avvenuto nei giorni precedenti al terremoto, in cui si è simulato uno tsunami, nel caso in cui la nazione del Sol Levante venisse colpita da un terremoto spaventoso di magnitudo 9.0 gradi sulla scala Richter. Questo scenario, per ora del tutto ipotetico, è davvero spaventoso.
Di recente, infatti, le autorità giapponesi hanno affidato a un gruppo di esperti, una simulazione rivolta ad analizzare i possibili danni provocati da un’onda anomala di proporzioni gigantesche. Lo studio immagina una scossa di magnitudo 9 in Giappone, che andrebbe a provocare un’onda di ben 30 metri in grado di travolgere il Nord del Paese con conseguenze disastrose e inevitabili.
Il sismologo Kenji Satake, professore all’università di Tokyo a capo di questa ricerca, ha sottolineato la probabilità futura di un forte terremoto e tsunami nella parte Nord del Giappone, dato l’alto numero di questi fenomeni verificatosi negli ultimi 6.000 anni. “Un terribile terremoto di questa portata (come mostrato nella simulazione) sarebbe difficile da affrontare con lo sviluppo di infrastrutture rigide (come gli argini costieri). Per salvare la vita delle persone, la politica di base sarebbe l’evacuazione”, ha affermato Satake. Niente di tutto questo si è però ancora verificato e lo studio analizza la peggiore delle ipotesi: se vi imbattete nel video, segnalatelo attraverso gli strumenti presenti nei vari social network ed evitate di condividerlo (data la natura falsa del contenuto).