E’ feroce la ’ndrangheta, come feroce è questo racconto che arriva dai verbali di una delle ultime operazioni della direzione distrettuale antimafia che questa volta si chiama Erinni. L’ultima vittima della cosca Mazzagatti è finito in pasto ai maiali, da vivo. Questa è stata la sua esecuzione.
Si tratta di Francesco Raccosta, e di lui fino a ieri si sapeva che era scomparso nel marzo del 2012 assieme a Carmine Putrino. Ora si sa che Francesco Raccosta e Carmine Putrino, che erano cognati, furono fatti sparire il 13 marzo 2012 ad Oppido Mamertina e, secondo quanto è emerso dalle indagini, furono uccisi lo stesso giorno.
Nella stessa giornata del 13 marzo 2012, sempre ad Oppido Mamertina, fu ucciso Vincenzo Ferraro, di 42 anni, già sorvegliato speciale. A compiere i quattro omicidi sarebbe stato, secondo le risultanze dell’inchiesta Erinni, Simone Pepe, di 24 anni, che è una delle venti persone fermate nell’operazione di stamattina.
Pepe, secondo l’accusa, avrebbe commesso i quattro omicidi per vendicarsi dell’assassinio del patrigno, Domenico Bonarrigo, di 45 anni, avvenuto sempre ad Oppido Mamertina il 3 marzo del 2012. Simone Pepe il 20 gennaio 2013 svela ad un amico i particolari agghiaccianti della morte di Francesco Raccosta e del cognato Carmine Putrino sequestrati e uccisi. Un crimine pianificato in dettaglio nel corso di un summit a Varapodio, a cui il giovanissimo Pepe avrebbe partecipato da protagonista.
Ecco il suo racconto: «Prendo a questi, stavano sopra una Panda quattro per quattro verde che si erano fatti prestare da un altro per non farsi vedere che stavano uscendo fuori paese… Noi li abbiamo pizzicati subito Mattè… Arriviamo con un furgone, un Ducato e un’altra macchina …, tipo stile guardie così proprio davanti al cimitero calcola, davanti al cimitero del paese mio dove è seppellito mio padre». Poi un colpo di pala, e uno dei due corpi dato in pasto ai maiali. Da vivo.
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