Trasformare la Campania dalla terra dei fuochi alla terra dei cuochi. Parte il progetto di Legambiente per promuovere l’agricoltura di qualità nella regione simbolo della dieta mediterranea. L’associazione ambientalista ha lanciato un appello agli chef di tutta Italia a spedire ricette con i prodotti della “Terra Felix”. “Vogliamo promuovere e valorizzare un territorio che continua orgogliosamente a contribuire al made in Italy sul piano economico, sociale e culturale”, spiegano da Legambiente. Le ricette dovranno contenere con prodotti esclusivamente campani.
E proprio la Campania è la regione che ha dato i natali alla Dieta Mediterranea. Per l’Italia è il biglietto da visita più conosciuto, ma laCampania è anche la regione dove sono prodotti 25 prodotti Dop e Igp certificati, tra cui l’albicocca vesuviana, la pizza napoletana, la mozzarella di bufala campana, la noce di Sorrento e 15 vini Doc e Docg tra cui il Lacryma Christi, il Vesuvio Doc, i limoni di Amalfi. Uno dei prodotti più noti e più rappresentativi del panorama enogastronomico italiano è poi la mozzarella di bufala Dop che è prodotta nella provincia di Caserta, nella zona dell’aversano, tra le aree più ricche di allevamenti bufalini dai quali, oltre formaggi e ai derivati del latte, si ottiene anche la carne.
Le condizioni climatiche e la conformazione dei terreni di questa zona sono basilari per la produzione di altre importanti Dop (tra cui il caciocavallo Silano, l’olio extra-vergine di oliva Terre Aurunche, del Matese e delle Colline Caiatine) e Igp come la melannurca Campana e il Vitellone bianco dell’Appennino centrale. Dal punto di vista esclusivamente enologico, la provincia di Caserta offre ai palati più raffinati alcuni vini dalle caratteristiche uniche. Come l’Asprinio di Aversa Doc, un bianco ottenuto da grappoli di uva che crescono su viti che si arrampicano fino a 15 metri di altezza. Mentre è del territorio che si estende intorno a Napoli l’appartenenza di altri vini importanti, come il vino Doc dei Campi Flegrei, il Vesuvio Doc e il Lacryma Christi.
Questa è l’area oggi definita Terra dei Fuochi, che è delimitata dai roghi di rifiuti tossici che interessano parte della provincia di Napoli e Caserta, l’area storica e una delle più fertili della regione denominata Terra Felix. “L’azione di denuncia – sottolineano da Legambiente – deve andare di pari passo con un’azione di valorizzazione e difesa di questo territorio che deve continuare ad essere protagonista di un modello agricolo virtuoso”.
“Oggi assistiamo a un pericoloso fenomeno di generalizzazione che rischia di classificare l’intera regione Campania come Terra dei fuochi – hanno commentato Rossella Muroni e Michele Buonomo, direttore nazionale e presidente regionale di Legambiente – I fumi che si alzano su questo territorio rischiano di spazzare via i confini naturali di una terra che offre al contrario straordinarie eccellenze enogastromiche e ospita produttori virtuosi, uomini e donne che si difendono a denti stretti dalla crisi legata all’interramento dei rifiuti tossici che ha gettato in un cono d’ombra un territorio che continua orgogliosamente a contribuire al made in Italy sul piano economico, sociale e culturale. Vogliamo ripartire – hanno concluso – dalle tante eccellenze che ancora ci sono in questa Regione e dalla sapienza di quanti, i cuochi prima di tutti, sono in grado di valorizzarle al meglio per tradurre l’agricoltura pulita in buona economia”.
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