Ci sono storie di immigrazione al contrario che è bello raccontare. Lo faccio nel podcast 46 di Start Me Up con Zeno Franchini che con Francesca Gattello di Studio Marginal ha deciso di trasferirsi da Verona a Palermo.
Se Zeno e Francesca hanno deciso di vivere a Palermo è per poter portare avanti il proprio progetto che, manco a dirlo, ha a che fare con le migrazioni. Come Zeno spiega nel podcast, Cunto Materiale nasce con lo scopo di creare dei percorsi di integrazione tra artigiani locali e i colleghi che sono arrivati in Sicilia da qualche anno attraverso la condivisione del lavoro. Cercando di aggirare il più possibile la barriera del linguaggio e della cultura linguistica, Cunto Materiale lavora per creare delle vere e proprie filiere artigianali con una estetica che in gergo viene definita contro-coloniale. Se infatti il design mainstream è pulito, chiaro e senza sbavature, in questo caso ci troviamo di fronte a qualcosa che deve fare i conti con le persone vere, con storie e vissuti alle spalle. Così la simmetria lascia il posto alle sbavature, con il rischio di arrivare addirittura al kitch. “Mettere insieme pezzi di cultura italiana che definiremmo pop o popolare a dei pezzi di cultura Tamil o nordafricana: queste cose insieme non sono spiacevoli ma sono una estetica diversa, appunto nuova, che un po’ va contro tutte le nostre idee che definiamo coloniali, di gerarchie, di superiorità e di purezza”, dice Zeno nell’intervista.
Una ricerca che parte dalla storia
Cunto Materiale è una vera e propria ricerca e come tale è soggetto a cambiamenti, a volte anche sostanziali. È un aspetto che viene fuori dall’intervista a Zeno, anche se lui non lo dice mai direttamente. Il punto di partenza però è chiaro e trova ispirazione nella storia. Zeno e Francesca partono infatti dalla considerazione che dal punto di vista del design i momenti culturalmente fertili nascono quando sono presenti migrazioni, spostamenti, incontri e scontri tra culture. Un caso è il periodo arabo-normanno, che secondo i due ricercatori deve essere tenuto in mente nella storia europea contemporanea come esempio di sincretismo dall’alto: una visione politica molto chiara. “Dei vichinghi”, per citare Zeno che in un’isola mediterranea si trovano a governare greci, latini, bizantini e arabi. Una situazione sociale molto simile a quella che stiamo vivendo oggi.
Il trasferimento a Palermo: una necessità
Per questo motivo Zeno e Francesca hanno deciso di trasferirsi a Palermo. E una parte dell’intervista affronta anche questo aspetto, tristemente, mi verrebbe da aggiungere. Si perché significa che dobbiamo per forza stupirci se qualcuno sceglie di vivere al Sud per lavoro, senza avere legami familiari. Zeno lo sa bene perché ogni volta che si trova a dire di essere nato a Verona e di essersi trasferito a Palermo coglie lo stupore del suo interlocutore. “Un po’ mi dispiace – racconta – perché c’è sempre quella sorta di sottinteso “ah, ma non ti sei ancora stufato di stare qua? Tra un po’ te ne andrai”, che per uno che è venuto per rimanere suona sempre un po’ strano. Questi sono dei costrutti un po’ da post colonialismo. Sembrerebbe che la Sicilia sia una terra in cui ci si passa o si parte, ma non ci si sta o non ci si arriva”.
L’esperienza di Zeno e Francesca ci dice il contrario, per fortuna. Anzi, ci trasmette tutto il bello del viaggio e della conoscenza. “É un discorso che funziona anche al contrario – dice ancora Zeno nell’intervista a Start Me Up – Io non auguro a nessuno di vivere tutta la loro vita nel raggio di 50 km. Ma l’importante penso sia sempre tornare nei posti che senti di abitare e di portare quello che hai imparato. Questo forse lo farò anche io nella mia vita, però al momento sto bene qui”.
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