Una relazione di 159 pagine. Tre anni di lavoro. Alcuni dati allarmanti: al confronto con il Mezzogiorno, il tasso complessivo di incidenza di tutti i carcinomi maligni nell’Asl 3 Napoli Sud arriva a essere più alto del 46% per gli uomini e del 21% in più per le donne. In sostanza: nella Terra dei fuochi ci si ammala di più di tumore rispetto al resto del Sud e si muore di più rispetto a tutta Italia.
Sono questi i dati più allarmanti dell’indagine conoscitiva su “Inquinamento ambientale ed effetti sull’incidenza dei tumori, delle malformazioni feto-neonatali ed epigenetica” effettuata dalla commissione Igiene e sanità del Senato e curata da Lucio Romano.
I numeri rendono la drammaticità della situazione. In provincia di Caserta i deceduti per tumore nel triennio 2008/2010 sono stati 6.071: nei maschi 3.660 (60,3%) e nelle femmine 2.411 (39,7%), su un totale di 21.886 decessi per tutte le cause. In questo territorio il “tasso complessivo di mortalità oncologica” è superiore rispetto sia a quello nazionale che a quello del Sud Italia per quanto riguarda i maschi, mentre per le femmine è superiore rispetto al Sud Italia e inferiore rispetto al Nord.
“In provincia di Napoli – si legge nella Relazione – il tasso complessivo di mortalità oncologica è più alto per tutti i tumori rilevati nell’area, sia rispetto al dato nazionale sia rispetto a quello del Sud. In particolare sulla mortalità pesano i maggiori tassi di incidenza dei tumori del polmone e del fegato, entrambi a cattiva prognosi”.
Inoltre, nella fascia di età compresa tra i 15 e i 19 anni, è stato registrato un sostanziale aumento dei casi di carcinomi della tiroide con un rischio aumentato di ben il 50% rispetto alle aree non comprese nella terra dei fuochi.
Per quanto riguarda, invece, l’inquinamento ambientale, la Relazione evidenzia come la presenza di metalli tossici nei suoli sia elevata sia nelle aree urbane che in quella agricole del Litorale Domizio-Flegreo e Agro Aversano. “Elementi come arsenico, berillio, cadmio, rame, tallio, vanadio e zinco raggiungono, in vari siti indagati, valori molto al di sopra dei limiti d’intervento stabiliti dal D. Lgs. 152/2006”.
Così, ad esempio, per l’arsenico “circa il 10% dei campioni analizzati supera la soglia limite per i siti a uso residenziale/ricreativo e in due siti viene addirittura superata la soglia limite imposta per i siti a uso commerciale/ industriale”. Oppure per il rame nell’area Nolana “si raggiungono concentrazioni cinque volte superiori alla concentrazione soglia di contaminazione per uso residenziale/ ricreativi”.
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