Questa sera in prima serata andrà in onda l’ultima puntata de L’Allieva, la fiction che ha saputo tenere incollati al piccolo schermo telespettatori di ogni età. La fiction, tratta dai romanzi di Alessia Gazzola, racconta le rocambolesche avventure di una giovane specializzanda in medicina legale, Alice Allevi.
È una ragazza allegra e sognatrice, ma altrettanto determinata a trovare la sua strada nella vita. Riuscirà a non arrendersi dinnanzi gli ostacoli che le si presenteranno davanti, grazie a Claudio Conforti, l’affascinante medico legale che ha conosciuto durante un sopralluogo e di cui si è perdutamente invaghita, ad Arthur, affascinante reporter che per di più è il figlio del temutissimo primario dell’Istituto di Medicina legale, grazie al sostegno del calore della famiglia capitanata da nonna Amalia, una divertente signora profondamente legata ad Alice e un insieme di amici e colleghi.
Dietro la macchina da presa, troviamo uno straordinario Luca Ribuoli (qui di seguito potete leggerne l’intervista), già regista di altre serie tv di successo che ancora una volta ha saputo regalare ore piacevoli davanti al piccolo schermo, oltre che far riflettere su quanto le emozioni nella vita siano importanti, se non addirittura essere il cuore pulsante della nostra intera esistenza.
Dal 27 settembre su Rai1 stiamo vedendo un altro tuo capolavoro, “L’Allieva”. Perché raccontare questa storia?
Sono contento di aver rappresentato una storia che sia cosi vicina ai sentimenti delle giovani generazioni. Questa realtà giovanile e femminile mi ha appassionato molto. Devo dire che non me lo aspettavo.
Com’è stato leggere attentamente i libri di Alessia Gazzola, dai quali è tratta questa storia che ci racconterai?
Mi sono serviti molto. Sono stati inevitabilmente il vero humus per la mia preparazione al film. Non ho ancora letto l’ultimo, “Un po’ di follia in primavera”, di cui mi parlano tutti molto bene, ma presto lo farò.
La protagonista indiscussa di questa storia è Alice Allevi. Ci racconteresti un po’ di lei?
Per me Alice è curiosità. La curiosità è una spinta che la condiziona nel bene o nel male. Credo che sia comunque positivo, sempre, avere voglia di conoscere le persone e la verità delle cose.
In questa fiction ci racconti l’universo femminile, focalizzandoti in particolare nel cosiddetto “mondo delle ragazze”. Cosa rappresenta la donna all’interno della società e per te?
La donna sarà la protagonista indiscussa del nuovo secolo. L’uomo dovrà essere capace di adattarsi a questo cambiamento che è in atto, anche in Italia, da un decennio a questa parte. La condivisione di scelte ed esperienze saranno gli ingredienti di base per vivere all’interno della coppia.
Nel ruolo di Alice troviamo Alessandra Mastronardi. Perché proprio lei nel ruolo della protagonista?
Cercavamo una ragazza solare, che non piacesse solo agli uomini e che non usasse la femminilità come strumento di conquista e seduzione. Alice rimane seducente ma non è un aspetto che mette davanti a tutto. Il sorriso di Alessandra è un motore di tanti sentimenti positivi.
E Lino Guanciale e Dario Aita?
Ci volevano un uomo all’antica e uno moderno. Entrambi hanno saputo centrare perfettamente l”obbiettivo. Grazie a Claudio e Arthur, si scoprono le fragilità di Alice. La sua incapacità ancora evidente di saper scegliere tra una vita in seconda linea ed un’altra in cui maschio e femmina condividono sogni, aspirazioni, spazi e tempo ed ognuno deve fare la propria parte. Claudio è ancora l’uomo del XX secolo, quello che vuole dominare la coppia, quello che vuole imprimere il ritmo, il tono, il senso (o il non senso) all’interno della stessa. Con Arthur, Alice invece è nuda e vive al suo fianco. Con il tempo i loro ruoli si invertono; Claudio cerca di diventare maturo e un po’ “Arthur dell’inizio” cercando appunto di essere disponibile e comprensivo, Arthur invece prende la determinazione di Alice come un dono, la fa sua, e affronta le proprie paure riuscendo ad accettare di essere l’uomo che voleva diventare che purtroppo lo porta lontano da Alice. Ho sempre detto ad Alessandra Mastronardi che Alice in fondo amava veramente Arthur. Era l’unico modo per arrivare in fondo a questa storia e rendere possibile che potesse aprirsi uno spiraglio per Claudio.
Alice è il ritratto della ragazza di oggi, sognatrice ed entusiasta della vita, che deve fare i conti con il difficile mondo del lavoro. Oggi secondo te, i giovani possono ancora permetetrsi di sognare? Cosa rappresenta per te il sogno?
I giovani possono e devono continuare a sognare. Oggi è più difficile farlo senza condizionamenti. Il sogno è un approccio personale a quello che ognuno di noi vuole essere. Non è negoziabile, non accetta suggerimenti.
Cosa vorresti arrivasse al pubblico de “L’Allieva”?
Serenità, gioia, divertimento, oltre che la consapevolezza che tutte queste cose non sono gratuite. Credo che ci sia il bisogno di mettersi d’impegno e con un atteggiamento aperto nei confronti della vita.
I tuoi prossimi progetti?
Sto per concludere “La Mafia uccide solo d’estate”, la serie. È l’adattamento per la tv di un film per il cinema di Pif che fu una gioiosa sorpresa. Abbiamo cercato di portare avanti quel discorso; quel modo di raccontare eventi tragici di casa nostra, come quelli della mafia, con il tono della commedia.
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