Lo stadio San Paolo di Napoli ha 52 anni e li dimostra tutti.
Data l’attidudine ad essere sollecitato, esso ha subito innumerevoli variazioni. La più sostanziale, è la riduzione a due anelli. Il terzo era causa di micro-terremoti, quando il Napoli segnava un goal.
Gli spettatori, con la loro concitazione, provocavano vibrazioni che si propagavano, tramite i pilastri centrali, ai palazzi circostanti. Provocando in alcuni casi delle lesioni ad appartamenti.
Con l’avvento dell’era De Laurentis, considerata la visione imprenditoriale del presidente, si è aperto un lungo dibattito con il Comune di Napoli, per dotare la metropoli campana di un impianto sportivo più moderno e funzionale.
Si è parlato di un maxi stadio da costruire nel quartiere di Scampia, poi in quello di Ponticelli. Si è parlato di un coinvolgimento della società Calcio Napoli, con la costruzione di una sorta di città dello sport, dotata di centro commerciale, servizi sportivi ed albergo.
Ma tali progetti erano legati alla scelta dell’Italia, come paese ospitante dei Campionati Europei del 2016. Ciò non è avvenuto e fine del progetto.
Ma lo stadio così come lo vediamo non può permanere, quindi dopo un lungo braccio di ferro tra la società ed il Comune, si è arrivati ad un compromesso. O per lo meno si è sulla strada buona.
Aurelio De Laurentis, ha annunciato qualche giorno fa, nel corso di un’ intervista tenutasi durante la manifestazione “La Repubblica delle Idee”, che: “siamo pronti a firmare una nuova convenzione triennale con il Comune di Napoli, ed entro febbraio 2015 presenteremo un progetto per la ristrutturazione, sperando nell’ok di tale ente. Siamo pronti ad investire con criterio”.
Insomma, per avere uno stadio all’altezza della sua proverbiale passione calcistica, Napoli dovrà attendere. Il presidente ha detto di non avere 300 milioni da investire per un impianto moderno, stile Allianz Arena.
Bisogna accontentarsi, dunque, del cinquantennale San Paolo, che almeno una cosa non quantificabile l’assicura: la storia.
Il San Paolo non è uno stadio, ma un tempio. L’unico tempio del calcio italiano.
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