Salvatore Sciarrino ha ricevuto a Venezia il Leone d’oro alla carriera. Il ricordo personale di una lunga amicizia. Il tempo che passa e i ricordi, dalla gita scolastica alla prima esecuzione a Teatro Biondo di Palermo.
Ciao Salvo, complimenti. Ne sono passate di note sotto i ponti, da quei pomeriggi in cui ti venivano a trovare nella tua casa di via Lazio per ascoltare i tuoi progressi nella composizione di ATTO SECONDO, uno dei tuoi primi lavori. Acqua che ha macinato però, che ci ha dato nel tempo tanta bella musica e tante belle sensazioni. Tra i miei ricordi di quel tempo ne affiorano due e voglio condividerli con chi c’era e forse ora non c’è più.
Era la prima esecuzione di un tuo lavoro, al Teatro Biondo, dove un tempo suonava l’Orchestra sinfonica siciliana, quella di Ottavio Ziino, di Salvatore Cicero. Ricordo con grande tenerezza quella sera in cui, dopo che i professori dell’orchestra, eseguito il tuo pezzo, si erano congedati, tu sei uscito sul palcoscenico e hai ritirato ad uno ad uno dai leggii i tuoi preziosi spartiti.
Gli spartiti! Misteriose figure, cabale per iniziati che attraversavano il pentagramma sempre inadeguato, sempre incapace di assecondare le tue fantasie, le tue evoluzioni. Schizzi, voli sghembi di strani animali e note, note, e note.
E l’altro è il ricordo di una gita tra compagni di scuola, al mare, non so quale. Era autunno, forse come adesso. Ma si era ragazzi, bastava un po’ di sole. Ti vedo ancora, di profilo, con la tua pancetta in bella vista, passeggiare con l’acqua fino ai ginocchi mentre fumi placidamente la tua ennesima Nazionale.
Grazie ancora, Salvo.