Il tecnico della Salernitana, Torrente, è stato esonerato, conseguenza inevitabile visto l’esito degli eventi sportivi che hanno interessato la squadra. Ancora una volta, come accade nel calcio a pagare per tutti gli errori, le scelte sbagliate e i risultati negativi della Salernitana è il tecnico.
Lungi dal voler sottolineare quali siano questi errori e dall’intraprendere una inutile e deleteria campagna di ricerca dei colpevoli. Mi preme, invece, sottolineare solo alcuni aspetti della stagione granata che sicuramente rappresentano, per l’intero ambiente, un punto su cui riflettere e da cui ripartire per costruire stagioni future, decisamente più onorevoli e soddisfacenti, per una piazza calorosa e d’indubbia importanza storico-calcistica quale quella di Salerno.
Il primo punto riguarda la regola del rispetto delle competenze. Nelle società calcistiche virtuose e vincenti infatti, al di là di ogni facciata meramente “giornalistica”, vige il rispetto di ciascuna delle competenze assegnate ai membri secondo una scala gerarchica che vede il suo apice nel Presidente e, sul lato tecnico, nel Direttore Generale e nell’allenatore.
A queste figure è demandata la progettazione e la programmazione del futuro calcistico della compagine. I tempi e le modalità sono ovviamente condizionati dall’andamento della stagione in corso. Se si ha la fortuna e bravura di raggiungere con largo anticipo i propri obiettivi per la stagione in corso si ha anche un’importante jolly per programmare la stagione successiva portando avanti idee e strutturando la squadra in modo da raggiungere, possibilmenrte, gli obiettivi prefissati. Questo comunque a patto di aver le idee chiare sulla filosofia calcistica (in termini di età media della squadra, tetto ingaggi, filosofia tattica, ecc.) da perseguire e sull’allenatore cui affidare la gestione del progetto.
Siamo certi che la Società granata vaglierà attentamente la situazione e farà le sue scelte, in base al progetto prefissato per la stagione in corso, scelte portate avanti, almeno così sembra dall’esterno, senza un reale coordinamento tra le parti, con un Presidente, in primis troppo attento al budget da rispettare, che ha condizionato l’andamento del mercato estivo in maniera incisiva (sia ben chiaro l’attenzione al budget è una virtù ma se portata all’eccesso limita il buon senso nelle scelte tecniche); un Direttore Generale con idee diverse ma limitato da questo budget, dalla visione che la società aveva di questo progetto calcistico e da una non sempre univoca visione delle scelte di mercato, con Igli Tare (braccio destro e riferimento in sede operativa del mercato della Lazio) e un allenatore (ora ex, Torrente) che, interpellato in una fase in cui la sostanza del progetto era già stata stabilita, non poteva fare altro che accodarsi nella speranza di veder poi in corsa d’opera il progetto adeguarsi alla sua idea di progetto calcistico probabilmente ben diversa da quella del Presidente e del Direttore Generale (sul punto si può anche comprender la scelta del tecnico di accettare la proposta nonostante queste divergenze per non buttare un’opportunità di rilancio e di una vetrina importante in una società importante).
In sostanza la Salernitana è apparsa come una Società giovane e senza esperienza pur avendo alle spalle Presidente e Direttore Generale con grande esperienza di calcio. Siamo sicuri che questi errori di “gioventù”in futuro non verranno piu’ compiuti.
Il secondo punto invece riguarda l’attualità della situazione calcistica della Salernitana: la mentalità.
Dagli atteggiamenti visti in campo complessivamente nelle ultime sette gare (fatta salva la gara con il Brescia) e dalle dichiarazioni rilasciate dagli addetti ai lavori appare evidente la mancanza di mentalità vincente. Urge un repentino cambio di mentalità accompagnato da un repentino cambio di atteggiamento tattico: la squadra deve convincersi di avere mezzi per mettere in difficoltà chiunque e deve supportare questa convinzione con un atteggiamento tattico più propositivo e coraggioso e meno attendista e timoroso. Il campionato di serie B infatti, eccezion fatta per le prime tre o quattro squadre è notoriamente un campionato lungo ed equilibrato per cui è in generale controproducente autolimitarsi o convincersi che si è una squadra da bassa classifica e che quindi l’unico obiettivo possibile è la salvezza. Come ha insegnato l’Avellino in questa stagione, cambiare il proprio destino è in primis una questione di mentalità (prima che di tecnica e di moduli): aspirare al massimo per ottenere il massimo che la squadra può esprimere.
La mentalità vincente siamo sicuri è la ricetta non solo più importante per ottenere la salvezza ma anche il presupposto essenziale per costruire il futuro della compagine calcistica granata (e in genere di ogni squadra di calcio).La mentalità viene prima di ogni modulo o scelta tattica perché, di questi ultimi aspetti, ne rappresentano il motore, il cuore.
Ultimo punto riguarda l’ambiente cui non può esser di fatto imputato nulla. La tifoseria granata anche quest’anno ha fatto registrare numeri da serie A nonostante un rendimento ben al di sotto delle aspettative. E’ stata al fianco della squadra pungolandola anche se privata dell’opportunità di seguire gli allenamenti della propria squadra del cuore (salvo rare eccezioni) mostrando ancora una volta grande sportività e senso civico in tutte le occasioni anche in quelle ritenute più a rischio come le gare-derby.
Riconquistare l’entusiasmo della tifoseria è l’ulteriore elemento essenziale per costruire il presente e programmare il futuro calcistico della Salernitana.
In sostanza la Società, il Direttore Generale e il neo allenatore Menichini sono chiamati al dovere di costruire il proprio futuro facendo tesoro degli errori ma anche di tutto quanto di buono fatto in passato: il futuro passerà quindi sempre attraverso un’analisi razionale e al contempo passionale del passato calcistico.
Se il cambio tecnico rappresenterà da parte di tutti addetti ai lavori e non, un voler azzerare tutto e ripartire con compattezza per costruire al meglio e con la giusta visione il futuro, la salvezza sarà sicuramente solo il primo passo per completare il rilancio calcistico della Salernitana nel calcio che conta.
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