La Capitale italiana della cultura 2022 è Procida. La decisione è stata annunciata dal ministro Dario Franceschini che, in videoconferenza, ha letto il messaggio ricevuto dal presidente della giuria di esperti, il professor Stefano Baia Curioni.
La gioia dell’isola
Al momento dell’annuncio, scene di gioia irrefrenabile e commozione sono arrivate dal Comune di 10 434 abitanti della città metropolitana di Napoli. “Procida è una metafora di tanti luoghi e tante comunità che hanno riscoperto l’orgoglio dei propri territori – ha commentato il sindaco di Procida, Raimondo Ambrosino –. Vediamo questo riconoscimento come un momento di riscatto per le nostre terre e lo riteniamo uno straordinario detonatore del piano strategico di rilancio, un’opportunità storica per questa piccola comunità”.
Gli eventi
Il programma presentato da Procida nel proprio dossier comprende 44 progetti culturali per 330 giorni complessivi di programmazione tra cui il green deal, l’innovazione sociale ed urbana, il turismo lento e la gestione sostenibile degli eventi.
Le finaliste
Procida ha superato le altre finaliste entrate nella top ten: Bari, Taranto, Ancona, Cerveteri, L’Aquila, Pieve di Soligo, Trapani, Verbania e Volterra. Alla vincitrice spetterà un contributo di un milione di euro per “mettere in mostra per il periodo di un anno i propri caratteri originali e i fattori che ne determinano lo sviluppo culturale, inteso come motore di crescita dell’intera comunità “.
Procida, La cultura non Isola
Ecco la sintesi del dossier di candidatura: “Procida si candida a Capitale Italiana della Cultura perché la terra isolana è luogo di esplorazione, sperimentazione e conoscenza, è modello delle culture e metafora dell’uomo contemporaneo.
Potenza di immaginario e concretezza di visione ci mostrano Procida come capitale esemplare di dinamiche relazionali, di pratiche di inclusione nonché di cura dei beni culturali e naturali.
Il percorso che ha portato alla creazione e consegna del dossier di candidatura è una significativa esperienza di innovazione sociale, per la centralità di un modello di vita urbana attiva, orientata alla cultura e ai desideri della comunità. Procida è l’isola che non isola, laboratorio culturale di felicità sociale”.
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