Il patrimonio artistico italiano è composto da una stratificazione millenaria di popoli e culture.
Oltre ai monumenti ci sono gli oggetti che li hanno arredati.
A volte si tratta di reperti, ovvero parti di oggetti.
Ma tale patrimonio inestimabile è stato vittima per secoli di sottrazione di ogni tipo. Da parte di Stati, di sovrani, ma anche di ladri.
Ladri specializzati che poi si affidano a un mercato parallelo. Un mercato dove a volte si riesce a piazzare a gente o musei ignari, roba trafugata.
Per tale scopo esiste un reparto apposito dello Stato dedito alla tutela dell’arte ed al recupero di tali oggetti.
I Carabinieri del Comando di Tutela Ambientale, così si chiama l’organo, sono riusciti tramite due diverse attività investigative a rintracciare reperti archeologici, provenienti da uno scavo clandestino avvenuto in Puglia e da un venditore.
Tra essi spiccano due gioielli della ceramica apula. Si tratta di due vasi datati IV-III secolo a.C. con decorazioni policrome, che erano stati venduti ad una casa d’arte degli Stati Uniti.
La società ignorava la provenienza illecita, e saputo di tale origine ha rinunciato alla proprietà, restituendola allo Stato italiano.
Tali vasi saranno esposti dal 16 dicembre, per circa un mese, nel Museo dei Vescovi a Canosa di Puglia.
Insieme ad essi, nella mostra, ci saranno coppe di vino, un cratere a campana floreale, provenienti da un’altra investigazione, in un negozio di arte che deteneva illegalmente un’anfora romana.
In tutto, gli oggetti millenari sono nove.
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