“Sono felicissimo, un terrone in meno da mantenere“.
Questo il commento, più stupido che crudele, pubblicato su Facebook da un operaio 40enne di Settimo Torinese, comune del Piemonte, a proposito della morte di un 17enne, Stefano Pulvirenti, avvenuta, a causa di un incidente stradale, il 29 ottobre scorso, a Siracusa.
L’uomo – che, sul social network, usava un profilo fake con il nome di Elisa Covello – è stato identificato dal NIT (Nucleo Investigativo Telematico) e denunciato dalla Procura di Siracusa per diffamazione aggravata da finalità di odio razziale.
Il 40enne, a cui è stato sequestrato il computer, non si era limitato solo a quella frase, ma aveva insistito anche con altre terribili parole: “quando vedo queste immagini e so che nella bara c’è un terrone ignorante, godo tantissimo”, oppure “peccato che ero al Nord, altrimenti avrei cagato su quella bara bianca. Buonasera terroni merdosi. Non è morto nessun altro di voi oggi?“.
Titolari dell’inchiesta il procuratore Francesco Paolo Giordano e il sostituto Antonio Nicastro che hanno bollato la vicenda come “disumana”, sottolineando che “fra le varie forme di povertà, la povertà morale è quella che rischia di mettere a maggiore rischio la dimensione umana”.
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