Resta solo il ricordo dei sapori autentici di Antonio Facenna, il giovanissimo allevatore di Vico del Gargano ucciso dall’alluvione abbattutasi sullo sperone della Puglia nelle scorse ore.
Aveva solo 24 anni Antonio. E’ stato travolto mercoledì scorso dal maltempo mentre con la sua Renault Clio stava cercando di raggiungere la masseria di famiglia, nelle campagne di Carpino dov’era ubicata la sede del consorzio di famiglia.
E’ li che avrebbe voluto trascorrere la notte, come spesso faceva, inconsapevole del fatto che quella sarebbe stata l’ultima tra i suoi cari e nella sua amata terra.
Il suo cadavere è stato recuperato alla foce del Lago di Varano, lungo il Canale Puntone, a pochi metri di distanza dall’auto, arenatasi contro un cumulo di rifiuti e fango.
Per Antonio il suo mestiere era uno stile di vita, e significava essere “custodi di qualcosa che vale la pena di conservare”. Oggi il Gargano è in ginocchio e, per il momento, a ridosso della bella stagione, conserva ben poco dei suoi paesaggi maestosi, ma custodisce gelosamente e vivo il sorriso d’Antonio, un ragazzo che più di tanti altri aveva deciso di restare nella sua terra per trarne da essa il meglio, sotto il suo sole e tra la sua gente, soppresso da legislazioni che non aiutano; ma, comunque, di restare.
Antonio aveva scelto di restare. Ma la sua vita è stata spazzata via in un soffio, come polline al vento, tra gli alberi monumentali del Gargano dov’era in prima linea in tutte le iniziative del territorio.
Potrei dirvi come mi chiamo, ma lo dimentichereste. Questa un’espressione che usava il ragazzo quando parlava di sé e della sua storia semplice.
Aveva maturato una saggezza inusuale per la sua età e, forse, l’unica cosa che non sapeva era proprio quella di non passare in nessun ‘dimenticatoio’. Il suo nome è ormai impresso nelle menti di tutti quelli che lo conoscevano bene e che hanno partecipato ieri ai suoi funerali, nella Chiesa dei SS. Apostoli Pietro e Paolo in piazza San Domenico a Vico del Gargano.
Un raggio di sole ha squarciato in due il cielo stamani, ma non per troppo tempo. Ovattate sono ritornate le nubi, grigie e cupe quanto il lutto cittadino proclamato sull’amata terra d’Antonio Facenna.