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Quei 26 mila falchi nel cielo dell’Aspromonte
07 Set 2013 08:38

Migrazione nei cieli del Mediterraneo protagonista di alcune delle attività messe in campo dall’Ente Parco nazionale dell’Aspromonte. Decine di migliaia di falchi, ben 26 mila, infatti, attraversano l’Aspromonte per far ritorno ai luoghi di svernamento africani. Studi e monitoraggi si sono concentrati, in questi ultimi due mesi, sulla fauna selvatica, componente fondamentale della biodiversità, la cui conoscenza risulta fondamentale per avviare le più appropriate azioni di tutela delle specie.

In collaborazione con le associazioni ambientaliste Legambiente, Lipu-BirdLife e Man (Associazione Mediterranea per la Natura), è in corso il monitoraggio sull’avifauna migratroria che riguarda, in particolare, i rapaci e i grandi uccelli veleggiatori (accipitriformi, falconiformi, ciconiformi ed altri grandi veleggiatori) il cui transito sui cieli del Parco Nazionale d’Aspromonte è censito da tre differenti postazioni localizzate sulla stessa direttrice.

Le osservazioni fin qui effettuate hanno consentito di censire oltre 26.000 migratori, evidenziando come l’Aspromonte rappresenti uno dei più importanti siti per lo studio del fenomeno della migrazione in Italia. La raccolta dei dati, che si protrarrà fino alla prima settimana di ottobre, offre ai cittadini e agli appassionati la opportunità di rapportarsi con esperti provenienti da diverse nazionalità per conoscere l’etologia delle specie migratrici più importanti quali bianconi, le aquile minori, i falchi pescatori, le cicogne bianche, le cicogne nere, gli avvoltoi capovaccai, i falchi di palude, i falchi pecchiaioli, i grillai, i nibbi bruni, le albanelle minori, e assistere alla manifestazione di uno tra i più spettacolari fenomeni naturali osservabili in Europa.

Un altro monitoraggio in corso riguarda la stima della popolazione di lupo (Canis lupus), orami stabile in Aspromonte, le cui attività hanno consentito di riscontrare i segni di predazione, oltre che sul cinghiale anche sul capriolo.

L’Ente Parco, che negli scorsi anni ha positivamente gestito e concluso il progetto di reintroduzione del capriolo, previa verifica di fattibilità e con il successivo rilascio di oltre 70 individui quale nucleo fondatore di una specie scomparsa oltre un secolo fa dall’Aspromonte, ha così raggiunto un duplice obiettivo: il ritorno e la rinascita di una popolazione stabile di una specie localmente estinta e la ricostituzione di equilibri dinamici in seno alla catena trofica naturale, consentendo al lupo la predazione su ulteriori specie selvatiche e riducendo, indirettamente, la pressione verso gli animali domestici (ovini, caprini e bovini), soprattutto quando correttamente custoditi.


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