E’ durata tredici giorni la caccia ad Arturo Equabile, il latitante di 24 anni che i carabinieri cercarono di bloccare la sera in cui – al termine di un inseguimento nel Rione Traiano di Napoli, periferia della città – un colpo sparato da un militare dell’Arma uccise il diciassettenne Davide Bifolco.
Il ventiquattrenne, che e’ stato fermato ieri sera dai carabinieri del Nucleo investigativo di Napoli, al momento della cattura si trovava davanti a un bar di Casoria, comune alle porte del capoluogo, in compagnia di un amico che è stato denunciato per favoreggiamento.
Alla vista dei militari Equabile non ha opposto resistenza. Il giovane sembra si fosse recato a Casoria per incontrare una ragazza con cui intrattiene una relazione. Equabile era latitante dal febbraio scorso dopo essere evaso dai domiciliari dove era in attesa di essere giudicato per furto. Da allora si era reso irreperibile.
Dovrà rispondere anche dell’accusa di resistenza a pubblico ufficiale per i fatti di Rione Traiano: per gli investigatori, infatti, c’era lui in sella allo scooter sul quale si trovava Davide Bifolco, la notte tra il 4 e il 5 settembre.
E fu lui – secondo la ricostruzione delle forze dell’ordine – per cercare di sottrarsi alla cattura, a dar vita a uno spericolato inseguimento conclusosi con la morte di Bifolco.
Equabile è stato rinchiuso nel carcere napoletano di Poggioreale dove si trova a disposizione dell’autorità giudiziaria. E dove nei prossimi giorni verrà interrogato dai magistrati.
Il latitante – secondo quanto rilevano fonti del comando provinciale dei carabinieri – non e’ da considerarsi un esponente di spicco della malavita organizzata dell’area occidentale della citta’ e non ha a suo carico precedenti per reati contro la persona.
Arturo Equabile nei giorni successivi alla morte del suo amico Davide aveva sostenuto in un’intervista di non essere lui la persona in sella allo scooter e di essere pronto a costituirsi.