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Porte aperte per i detenuti al carcere di Lecce. La Cancellieri: “atto di coraggio”
19 Gen 2014 08:51

Un atto di coraggio”. Così il ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri, in visita nella casa circondariale di Borgo San Nicola a Lecce, ha definito la quarta sezione “aperta, la sperimentazione, che prevede otto ore di libera circolazione dei detenuti all’interno del blocco, che sarà testata tra i 1111 ospiti del penitenziario pugliese.

L’iniziativa, partita già dallo scorso settembre e potenziata in questi ultimi giorni, è stata promossa in attesa della costruzione del nuovo padiglione, il cui cantiere dovrebbe iniziare a breve, per essere completato entro due anni, nel 2016.

Una prospettiva assolutamente positiva, che comporta un grosso cambiamento – ha affermato il ministro – i promotori hanno avuto molto coraggio nel realizzarla; non è una cosa che si fa in un giorno e richiede tantissimi strumenti; quello che mi ha davvero stupito – ha continuato – è la passione che c’è e la voglia di lavorare, la volontà di fare di questo carcere un modello. Quando c’è questo, tutto il resto arriva. E noi siamo pronti a dar loro tutte le mani che servono”.

In merito al problema del sovraffollamento e della carenza di personale, (nel carcere ci sarebbero almeno 300 unità in meno), il ministro ha ammesso:

È fenomeno nazionale che presenta sfaccettature e problematiche diverse, le affronteremo per quello che sarà possibile fare, siamo consapevoli che in questo caso le parole non bastano e saranno date risposte concrete”.

A tal proposito, il sindacato degli agenti penitenziari l’Osapp, ha organizzato un presidio di protesta per lamentare la condizione dei poliziotti: sotto-organico e costretti a turni massacranti.

Il segretario regionale del sindacato, Pantaleo Candido ha affermato: “Chiediamo di ammettere le fatiscenti condizioni in cui versano i nuclei traduzioni con il personale allo stremo, il più delle volte umiliato a dormire nelle topaie messe a disposizione di alcuni Istituti e con mezzi vecchi, fatiscenti e pericolosi“.

Nel corso della visita, il guardasigilli ha incontrato anche il direttore della struttura, Antonio Fullone, e il comandante della polizia penitenziaria, Riccardo Secci, che ha voluto ricordare “la situazione difficile in cui si lavora quotidianamente”.

Al guardasigilli è stato chiesto di considerare dei provvedimenti utili se non a risolvere, almeno a migliorare le condizioni di detenuti e di personale. “L’aiuto – ha rassicurato il ministro – non mancherà”.


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