Una delle prime cose da fare per la Pompei degli Scavi, secondo il vicedirettore generale Fabrizio Magani, ”è affrontare il problema della sostenibilità dei flussi”. “Ora che ho visitato gli Scavi posso dire che non mi sembra una situazione così deprimente come talvolta appare dai mezzi di comunicazione. Anzi, ho trovato un sito complessivamente ben tenuto, segno che è stato fatto un buon lavoro. Le criticità ci sono, ma immagino che questa organizzazione voluta dal ministro Bray voglia proprio risolvere i problemi esistenti e sono sicuro che darà buoni frutti”, dice Magani dopo il sopralluogo di stamane con i ministri Bray e Carrozza.
Sui continui crolli e lo sbriciolamento incessante dei muri antichi delle Domus, quindi sulla richiesta di manutenzione ordinaria, il vice direttore generale risponde: ”Questa è una città che si deteriora con il tempo e le intemperie, proprio come tutte le città. Quindi bisogna ripararla’‘.
E poi c’è la necessità di regolare i flussi nei piccoli gioielli delle antiche domus che non riescono a sopportare 10mila e talvolta 20mila visitatori in un giorno. ”E’ il tema della sostenibilità – riflette Magani – un tema studiato non solo per Pompei, ma anche per Firenze e Venezia. E’ possibile ragionare su come affrontarlo perché se ne sa già molto. Anzi ritengo che questa sia una delle prime cose da fare”.
Magani sente sulle sue spalle tutta la responsabilità dell’attenzione internazionale sollevata sugli Scavi di Pompei. ”Certo, ne sono consapevole. E’ il luogo forse più importante al mondo e il più popolare certamente, quindi va molto rispettato. Sono assolutamente consapevole della responsabilità che comporta. Avevo fatto in passato il turista qui, com’era capitato per l’Aquila e, allo stesso modo, ora mi ritrovo a occuparmene. Non me l’aspettavo. Ma sono abituato a lavorare”
Lascia un commento