La mancata manutenzione, ma ancor di più i tempi lunghi per intraprendere i lavori di drenaggio, previsti nel Grande Progetto Pompei, sono le cause dei continui crolli all’interno del sito archeologico di Pompei che si stanno verificando in seguito alle abbondanti piogge di questi giorni.
”Nel Grande Progetto Pompei è previsto lo studio per il drenaggio della Regione 9, che presenta problematiche simili alla Regione 5, dove si è verificato il crollo del muro della Bottega – spiega l’archeologa Grete Stefani, direttore degli Scavi -. Lo studio della Regione 9 sarà utile a risolvere anche i problemi di ristagno d’acqua in quest’area e quindi la pericolosità del fronte degli scavi”. La Stefani assicura che la gara per l’affidamento dello studio dei lavori di drenaggio è attualmente in corso: ”Dalla conclusione dello studio, verrà poi prodotto il progetto adeguato anche all’area 5”.
Ma è una corsa contro il tempo per salvare dal continuo sgretolamento l’importante sito archeologico di Pompei. Il rischio di crollo del muro di contenimento della Bottega di Via Nocera era stato segnalato dai custodi già da una settimana. ”Stavamo appunto provvedendo alla messa in sicurezza di questa muratura, che è una muratura di restauro realizzata proprio per evitarne il crollo. Ma non abbiamo fatto in tempo”, spiega Grete Stefani, che aggiunge: ”La necessità di un progetto di drenaggio si pone per le Regioni V, IX e III, che pongono lo stesso problema. Ma mentre per la IX e la III sarà più facile trovare una soluzione, perché è possibile dirigere l’acqua nel canale Conte di Sarno, per la Regione V non si può, quindi bisognerà studiare più attentamente come procedere”.
E’ dunque un problema che al momento non trova soluzione. Consola, però, che il ‘danno’ provocato dal crollo di questa notte non viene considerato gravissimo – dal punto di vista del suo valore archeologico ”perché – spiega Stefani – il muro crollato era stato realizzato recentemente”. ”Ma – conclude realisticamente il direttore degli Scavi – se il danno si è presentato là, può accadere in altre aree vicine e, dunque, rappresenta per noi un campanello di allarme”.
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