“Voglio fare il museo dell’antimafia e in questo progetto Telecom si è impegnata”. Lo ha detto Pif, Piefrancesco Diliberto ad un incontro con gli studenti a Palermo.
“Ho ricevuto anche l’adesione della figlia di Boris Giuliano e Roberta Iannì, figlia di Carmelo, l’ albergatore palermitano che aiutò la polizia ad arrestare raffinatori di droga – ha aggiunto – facendoli infiltrare nel suo albergo come camerieri”.
“Noi del reparto misure di prevenzione non possiamo assegnare beni confiscati perché è un compito che spetta all’agenzia nazionale, ma possiamo dare in comodato d’uso in tempi rapidi una sede per il museo dell’antimafia che vuole fare Pif e che ha proposto”.
Ha annunciato Silvana Saguto, Presidente della sezione misure di prevenzione di Palermo, al Cinema Rouge et Noir nell’ambito della manifestazione ‘Ripensare l’antimafia‘, alla presenza di Pif e del giudice Giovanbattista Tona.
“Nessuno vuole la villa che é appartenuta a un boss mafioso – ha aggiunto a margine il magistrato Saguto – nel caso delle imprese ci sono i lavoratori che hanno l’interesse a proseguire l’attività, ma nel caso di un immobile ci si mette la faccia. Ad Agrigento, ad esempio, una persona è stata ammazzata per aver comprato all’asta un immobile appartenuto a un mafioso”.
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