Una commovente lettera-commento che riceviamo e pubblichiamo:
L’ultimo saluto ad una amica e collega.
Si è tolta la vita l’operaia anti-suicidi della Fiat.
Cosi è stata definita.
Maria in un’intervista dopo il suicidio di un altro nostro collega disse:
“Dal mio terrazzo vedo la Fiat e penso che lì ho speso 20 anni della mia vita”
“Non si può continuare a vivere per anni sul ciglio del burrone”.
Ieri i suoi funerali, gli amici di lavoro eravamo li, ma anche in questa triste occasione eravamo in pochi, mi sarei aspettato la presenza di colleghi della finizione visto che entrambi lavoravamo lì, e di rappresentanti dei lavoratori di Fim, Fiom, Uilm , di Fiat almeno in segno di rispetto nei confronti di una persona che aveva compiuto un tale gesto, ma niente, anche in quell’occasione eravamo solo noi di Nola e tre amiche di Pomigliano, gli stessi che eravamo al funerale di Pino D.C. altro collega che si tolse la vita.
Eppure a parole sono stati in tanti a dimostrare la loro solidarietà, ma nei fatti anche nel suo ultimo viaggio ad accompagnarla un gruppo di amici di Nola, sono stati loro che hanno voluto portare la sua bara, non so se la loro assenza sia dovuta a rimorsi a sensi di colpa, o semplicemente a disinteresse…
Una partecipazione commovente e intensa, forse ancora incredula per la notizia scioccante da molti appresa con sgomento in maniera del tutto imprevedibile.
Ricordo la bellezza dei suoi versi che amava scrivere, la sua unica arma era la sua penna, ma la vita cambia quando le certezze vengono a mancare, quando altri giocano con la tua pelle, quando decidono della tua vita, quando chi con le sue azioni ti conduce sull’orlo della disperazione, del baratro.
Ti trasformano non solo mentalmente e nello spirito, ma anche fisicamente, ricordo quando sei entrata in Fiat eri un fiore capelli Biondi portamento fiero e dignitoso, ed è proprio così che ti ricorderemo, perché sarai sempre con noi e continueremo la tua lotta, la nostra lotta per riavere giustizia.
La tua è stata una morte provocata, si proprio così, provocata da chi in questi anni ci ha escluso dal mondo del lavoro, isolandoci e distruggendoci all’interno, da chi con le sue complicità ha permesso che ci violentassero e ci distruggessero, sono complici di un “delitto”, questi signori dovrebbero essere processati per “istigazione al suicidio”.
Basta se avete un po’ di dignità, di rispetto della vita umana, dovete fermarvi, dovete porre fine a queste stragi. Dopo tutto non chiediamo altro di rientrare nella nostra fabbrica, di essere uguali agli altri, di poter avere un po’ di giustizia e di non essere discriminati.
Dopo tutto chiediamo di poter continuare a vivere in modo dignitoso, noi non vogliamo sussidi o essere mantenuti, noi vogliamo essere trattati come tutti gli altri lavoratori Fiat di Pomigliano.
Siamo stanchi di assistere ai nostri funerali,
ciao amica mia, sarai sempre con noi…
Tommaso Pirozzi