Da Presidente della Regione ho iniziato con determinazione la battaglia per la chiusura dei poligoni e la liberazione dei territori occupati e inquinati, portando a casa risultati storici, che ci hanno permesso, per la prima volta, di riappropriarci del nostro territorio e del nostro mare.
Nel 2004, solo dopo poche settimane essere stato eletto, ho iniziato la battaglia affinché gli americani lasciassero la base di La Maddalena e Santo Stefano, cosa che è concretamente avvenuta dopo 35 anni di occupazione militare.
Non ho mai smesso di lottare per una Sardegna interamente smilitarizzata, dal Salto Quirra a Capo Frasca, e pretendendo che anche il poligono di Capo Teulada venisse dismesso in virtù dell’intesa firmata del 1987 dal presidente Mario Melis e Spadolini.
Un impegno che continua a essere disatteso. Ricordo anche che l’applicazione sistematica dell’articolo 14 dello Statuto ha portato allo straordinario risultato del trasferimento alla Regione Sardegna di oltre 400 immobili e terreni per una superficie di circa mille ettari.
Purtroppo, chi mi è succeduto non ha avuto la volontà, neanche dopo l’intervento della Procura, di proseguire nella difficile strada verso la smilitarizzazione del più vasto territorio d’Europa soggetto a servitù militare, e si è assunto la triste responsabilità di arrestare il processo già avviato.
Cosa ancora più grave è che chi oggi si candida al Parlamento europeo ha avuto, negli scorsi anni, importanti incarichi nel Governo nazionale di centrodestra, ma invece di condurre una battaglia contro i poligoni ha sostenuto la visione servile e mercenaria che ha provocato ulteriore devastazione del paesaggio, morti e malattie. Un delitto inequivocabile, contro i sardi e la Sardegna.
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