“Io sono ligure ma ho tre quarti di sangue siciliano. Chi è del Sud è intelligente“.
Così Paolo Villaggio, in un’intervista di qualche tempo fa.
Nelle vene dell’attore scomparso oggi a Roma all’età di 84 anni, infatti, scorreva sangue siciliano, più precisamente palermitano.
Sì, perché il papà di Paolo, Ettore Villaggio, era un geometra e ingegnere edile palermitano trapiantato a Genova. Ed erano siciliani anche la mamma e il nonno materno, Tommaso Faraci. A tal proposito, consigliamo la lettura di quest’articolo pubblicato su Palermo Today .
Paolo Villaggio, però, con il Sud ha avuto un rapporto di odio e amore.
Era il settembre 2012, infatti, quando Paolo Villaggio, a Cosenza, in occasione del Festival delle Serre di Cerisano, intervistato da una testata giornalistica locale disse: “Napoli oggi è il risultato di una politica che l’ha portata a essere da città splendida a una delle più degradate d’Europa. Il Sud è terribile. Ed è spaventoso come la cultura del voto di scambio, alimentata in tutti questi anni, lo abbia rovinato in questo modo. Come avete fatto?…. La corruzione è cresciuta indisturbata. Mi è bastato vedere, appena arrivato in Calabria, il vostro litorale rovinato da costruzioni abbandonate, decadenti, obbrobriose. Ma perché… perché?”.
Parole che generarono molte polemiche nelle quali, però, non scorgiamo alcun disprezzo nei confronti del Meridione, bensì dolore per com’è trattato da chi, invece, dovrebbe fare di tutto per valorizzarlo.
Un anno prima, però, intervistato da SkyTg24, a proposito delle conseguenze dell’alluvione di Genova, Villaggio se la prese indirtettamente con il Sud e, più specificatamente con Napoli: “Sono colpito ma anche vaghissimamente indignato perché i liguri hanno la presunzione di essere una cultura anglosassone diversa dalla cultura sudista borbonica che è forse la piaga di tutta l’Italia“.
E ancora, in un’intervista del gennaio 2013, rilasciata a un’emettitente genovese durante la sua festa per i 80 anni, Villaggio, decantando la bellezza di Genova, disse: “Mentre Roma e la ‘monnezza’ di Napoli mi dice ‘uh, uè, che piacere…’, a Genova tutti sono affettuosi ed educati, e dicono ‘scusi se la disturbo… tanti auguri’“.
Villaggio, si sa, aveva un carattere burbero e, negli ultimi anni, ha mostrato il suo lato di ‘unpolitically correct’.
Paolo Villaggio, però, è anche il protagonista di ‘Io Speriamo che me la cavo‘, il film del 1992 diretto da Lina Wertmüller, dove interpreta il ruolo di un professore che dà ai bambini di Arzano – comune alle porte di Napoli – lezioni di vita.
Ed è così che ci piace ricordarlo.