DUBLINO. Come si fa a sapere se nella spiaggia dove vuoi andare ci sono le meduse? Come fai a scoprire com’è la neve sulla pista da sci che hai scelto? Basta chiederlo direttamente a chi si trova là in quel momento. Lo fa un’app made in Sicily: “PanPan“. L’app più a sud d’Europa – ideata da tre ragazzi siciliani di Messina, Enna ed Acireale – oggi si contende il palcoscenico del WebSummit di Dublino, uno degli eventi hitech più importanti del mondo a cui partecipano CEO, manager ed investitori di grido. Le aziende italiane coinvolte sono una quarantina.
“PanPan è una piattaforma di social information – spiega a Resto al Sud Antonio Famulari, 29 anni, di Messina – che permette di ottenere informazioni direttamente da chi si trova all’interno di un’area geografica, mediante un meccanismo di domanda e risposta: si seleziona un’area, si pone una domanda ed il sistema ti mette in contatto con chi si trova all’interno di quell’area e gli inoltra la domanda”.
Il suo team è formato anche dai 24enni Walter Bellante e Michele Spina: “Al WebSummit – prosegue Antonio – presentiamo la nuova versione della nostra app, che per adesso è solo in italiano. Stiamo incontrando altre startup e ci muoviamo per categorie verticali: vogliamo entrare in contatto con altre realtà che possono essere interessate ad integrare PanPan all’interno delle proprie community, visto che la gran parte dell’interesse di Pan Pan è legato allo scambio di informazioni all’interno di un gruppo. Penso, ad esempio, ai windsurfer che sono interessati a sapere com’è il vento o come sono le condizioni del mare. Il nostro è uno scambio di informazioni in tempo reale: abbiamo posto una domanda anche agli abitanti di Damasco, nel periodo caldo in cui si parlava delle armi chimiche, e ci hanno risposto”.
Quella del WebSummit è un’esperienza internazionale che può aprire molte porte: per i ragazzi di Pan Pan – che hanno già vissuto l’ecosistema startup di Parigi – è un’occasione per fare il grande salto e diventare un’azienda vera e propria. Tra i siciliani a Dublino, anche Antonio Virzì di “NearMe“.
Dalla Francia all’Inghilterra: tra le startup italiane presenti sul palcoscenico irlandese, pure YouCare del romano Andrea Gentili: “Siamo una società inglese perchè ci siamo registrati a Londra. L’obiettivo del nostro sistema – spiega – è quello di trovare sulla mappa visite mediche vicine alla propria posizione, di qualità e ad un prezzo accessibile. Siamo partiti quasi un anno fa con l’odontoiatria e il nostro test riguarda una decina di dentisti a Roma. Il progetto è quello di espandere il team e rispensare al business model”.
Esperienza internazionale anche per Andrea Zaggia, co-founder di Piktochart: è veneto ma vive e lavora in Malesia dove è nata la sua azienda che realizza infografiche, perfino fai-da-te e gratis. In un attimo, anche chi non sa nulla di design può realizzare un’infografica scegliendo tra oltre 128 temi diversi. Un’idea che coinvolge oltre 500mila utenti in Asia ed America.
Ha scelto il commercio a stelle e strisce pure Luca Cornali di “Reputeka“: la sua startup italo-americana vuole vendere all’estero i prodotti dell’artigianato italiano. “Il 90% degli artigiani vende i propri prodotti all’interno del proprio comune: noi invece vogliamo venderli oltreoceano, puntando sulla qualità di gioielli, quadri, sculture, perfino abiti del 1700. Stringiamo accordi anche con i fotografi per realizzare immagini in grado di valorizzare i prodotti, ed accettiamo circa la metà delle proposte che ci arrivano dagli artigiani”. La squadra è formata da Michele Gallo, 30 anni, Federico Luca, 29 e dal preside della facoltà di Economia di Trento Geremia Gios.
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