“Adesso è arrivato tempo che devo far maritare Natalina!”
“E’ la prima figlia, Savató?”
“Si Alfò, è la prima figlia. Ha ventuno anni, la seconda ne ha diciannove.”
“Ma ha trovato lo sposo?”
“Si l’ha trovato, ma c’è un problema.”
“Ah! E quale?”
“E’ del Nord, è di Torino!”
“Oh! E con tanti paesani …ad uno di Torino si doveva trovare!”
“”E che ci posso fare? L’ha conosciuto quando è andata a trovare la zia.”
“Ma tu lo conosci?”
“No. Ma mia sorella m’ha detto che è un bravo ragazzo.”
“Salvató, non ti fa fregà!”
“Io? Il coltello dei maiali ho pronto! Mo’ che viene a conoscermi ci faccio un bel discorsetto….. a tutti e due ce lo faccio…..Io ho lavorato una vita nei campi per fare un corredo di una regina e una casetta, sia ad Adelina che a Concetta… Ora tengo da parte i soldi per fare un festa che faccio parlare tutta la provincia!”
“Salvató, per questo, stai attento! Non puoi bruciare i sacrifici di una vita e l’educazione che hai dato a tua figlia.”
“E certo! Gli abbiamo fatto fare le scuole, gli abbiamo dato un mestiere e mia moglie l’ha fatta perfetta femmina di casa. Mi stira meglio lei le camice che la mamma!”
“Uhe! Allora me la sposo io!”
“Alfò, ci vediamo, poi ti faccio sapere. Ma solo a te che sei un caro amico!”
Dopo un paio di settimane un signore distinto varcò la soglia della casa del signor Salvatore.
“Voi siete Luca?”
“Si sono io.”
“Finalmente posso vedere in faccia il pretendente di mia figlia!”
“Anch’io sono contento di vedervi. Aspettavo con ansia questo incontro per me onorevole.”
“Va bhe! ….E che avete da dire?”
“Ecco…io vorrei sposare Natalina.”
“E che proponete per avere mia figlia come moglie? Ce l’avete un lavoro?”
“Ma sua figlia non ve ne ha parlato?”
“Mi ha detto qualcosa ma non ho capito molto bene.”
“Sono cancelliere del tribunale di Torino. Ho un incarico direzionale, sono laureato in legge.”
“Si..ma quanto guadagni?”
“Bhe….intorno al milione e mezzo….”
“Un milione e mezzo…..e la vostra famiglia? Che fanno i vostri genitori?”
“Mio padre è un magistrato mia madre è un medico dell’ospedale.”
“Avere fratelli?”
No, sono figlio unico.”
“E avete una casa tutta vostra?”
“”No….vorrei comprarne una versando una cifra ed il resto faccio un mutuo con il mio stipendio?”
“Va bene. Ora andate a riposarvi, questa sera vi aspetto a cena.”
“Grazie dell’invito.”
“Hai capito, Alfò? Un milione e mezzo!”
“La cifra è buona. Ma è un bravo ragazzo?”
“Mha! Sembra di si. Parla con calma è ben vestito.”
“Ed i genitori che fanno?”
“Il padre è giudice, la madre è dottore all’ospedale.”.”
“Sono due stipendiati. Ma un giudice e un medico guadagnano bene!”
“Si, ammesso che non se li so’ mangiati questi soldi. Che ne so che vita fanno?”
“Buonasera signor Salvarore….ho portato un pensiero…”
“Ah…mettete qua. Sedetevi.”
“Allora…che impressione vi ho fatto?”
Natalina era seduta in silenzio di fianco alla madre, i due uomini a capotavola.
“L’impressione è buona. Ma voglio essere chiaro….io ho cresciuto mia figlia come un fiore. Non le ho mai fatto mancare niente. Gli ho dato gli studi, un mestiere, un’educazione di femmina di casa. Natalina è fedele come un cane. Se trova chi la vuole bene quell’uomo diventa l’uomo più felice del mondo….Io a mia figlia ve la do’ in sposa. Ma il mio permesso ha un termine. Ora siamo a marzo del 1962, se per marzo dell’anno prossimo voi non vi sposate mia figlia….io vengo a Torino e vi succede qualcosa di brutto….a voi e la vostra famiglia….fate le cose sul serio se no rischiate….e ve lo dico con calma solo per avvisarvi.”
“Ma signor Salvatore, voi dubitate della mia onestà?”
“Onestà era una battona che è morta sotto un ponte. Io mi fido solo dei fatti. Ricordatevi…a marzo vi dovete sposare.”
“Ma certo. Vi do la mia parola.”
“Io la parola di un uomo del Sud l’accetto, la vostra vale, da noi, vale la metà. Voi al Nord siete moderni, non credete nemmeno a Dio. E chi non crede a Dio non ha paura della punizione divina. Allora la punizione ve la prometto io. Patti chiari.”
Il giovane era scosso ma tenne un contegno. La cena fu un po’ tesa. Molte frasi di circostanza rindondarono nella casa.
“Allora, hai conosciuto i genitori della tua futura sposa?”
“Si mamma.”
“E che tipi sono?”
“Bhe…ho parlato maggiormente con il padre.”
“Sono dei terroni?…o sono un po’ evoluti?”
“Sono terroni. Mi hanno invitato ad un comportamento serio.”
“Più serio di quello che hai?”
“Mi hanno fissato una data inderogabile?”
“E altrimenti cosa fanno…ci ammazzano?” E scoppiò in una risata.
Il giovane la sera incontrò un amico.
“Hai capito in che razza di guaio ho messo anche i mei genitori?”
“Ma come fai a sposare la figlia di un caprone del genere?”
“Ma io l’amo? Non posso far altro. Rispetterò tutto ciò che lui vuole e lo rassicuro. E poi voglio togliere Natalina da quel mondo.”
Salvatore incontrò Alfonso.
“Ho fissato i paletti. L’ho spaventato bene. Ora vediamo che fa.”
“Speriamo che va tutto bene. Anche se tua figlia va a vivere in un brutto mondo”
“Ma io poi lo convinco a trasferirsi. Me la porto qua. Non voglio che mia figlia soffra tutta la vita.”
E Natalina?
Natalina vide anche lei l’amica del cuore.
“Ora te ne vai al Nord. Non ti dispiace di lasciare la famiglia?”
“La mia famiglia mi ha dato delle radici. Luca me ne ha fatto scoprire alte. Con tutte queste radici sono diventata un pino con i rami di una quercia. Ora non so se il pino diventerà quercia o se i rami diventeranno quelli del pino.”
“Che brutta situazione. Facevi meglio a sposarti un paesano.”
“L’amore è amore.”
Natalina visse l’intera vita a Torino in una fase di conflittualità. Nord e Sud, in lei, combattevano giornalmente. Dall’educazione da dare ai figli, alle decisioni importanti, sino ai piccoli gesti quotidiani.
Natalina era la testimonianza evidente di due culture che non si sono mai capite, e che Garibaldi, l’eroe dei due mondi, aveva messo insieme. Due mondi: il Nord ed il Sud.
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