Napoli è incredibile. Non conosco realtà italiane che abbiano un potenziale di crescita così impressionante come la città partenopea.
Nel libro parlo molto di Napoli, di Scampia, della Sanità, dei musei meravigliosi di quella terra, del popolo di giovani e meno giovani che non si arrende: si può cambiare, noi ci crediamo.
Proprio per questo mi offendo in quanto italiano quando qualche giornalista inglese come quello del Sun scrive che Napoli è pericolosa al pari di Raqqa o di altre città devastate dalla guerra e dall’incuria. Ha bevuto troppo quel giornalista, dovremo spiegare che l’eccesso di alcool fa male.
Ma Napoli deve cambiare. E Bagnoli è il simbolo di questo cambiamento.
Ieri si è finalmente firmato l’accordo tra Governo, Regione e Città per bonificare Bagnoli dopo decenni di ritardo e restituirlo ai cittadini. Uno dei posti più belli d’Italia. Quando abbiamo presentato il progetto, aprile 2016, siamo stati accolti dalla sassaiola e dalla manifestazione di piazza contro il “Governo speculatore”. C’erano anche rappresentanti del comune in quella piazza. Un anno e mezzo dopo il Comune cambia idea e firma lo stesso identico progetto. Divertente, no?
Noi non facciamo polemiche adesso. Se il Sindaco ha cambiato idea, evviva il Sindaco. La riscossa di Napoli vale più delle polemiche istituzionali. Ma oggi che potremmo celebrare una grande vittoria io mi limito semplicemente a dire grazie. Grazie a chi ci ha creduto quando prendevamo sassi e lanci di uova contro. Grazie a chi non si è mai arreso, a cominciare dal commissario Salvo Nastasi senza il quale nulla sarebbe stato possibile: le idee camminano sulle gambe degli uomini.
Grazie a chi nei prossimi anni lavorerà fisicamente per ripulire Bagnoli e darle un futuro. Da Pompei alla Terra dei Fuochi abbiamo investito tanti soldi perché la città metropolitana di Napoli e la Campania riprendano a correre. Per noi fare politica è questo: fare proposte, finanziarle, realizzarle. Non urlare contro, sempre e comunque.
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