#Napoli è trasparente ed i #napoletani vogliono capire

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A Napoli nessuno nasce camorrista. Nessuno nasce assassino. Nessuno nasce truffatore. Nessuno nasce reietto. Violenza, degrado e camorra non sono dati costituitivi, non sono codici genetici che contraddistinguono l’indole dei napoletani ma banali espressioni generiche dei professori dell’ovvio, degli intellettuali d’oggi idioti del domani, chiacchiere dei profeti acrobati della rivoluzione della tastiera, insomma quei trogloditi che arrivano a Napoli e la raccontano attraverso i pregiudizi che mettono assieme i loro pochi neuroni quando riescono a incontarsi nel deserto del loro cervello.

Napoli continua a essere (e questo è un bene) una casa di vetro, un luogo in cui tutti i guai, tutti i problemi, tutti i drammi vengono messi in piazza. Non c’è luogo d’Italia, non c’è città europea o se volete occidentale dove la trasparenza è regola di vita come a Napoli. A Napoli non sfugge nulla.

Non si nasconde nulla: veleni, monnezze, camorra, corruzione, politica e imprenditoria opaca o compromessa, miserie umane, degrado sociale. Napoli ha tutti i difetti di una grande metropoli e nessuno di questi viene nascosto sotto il tappeto. Sarebbe bello assistere, ascoltare, partecipare anche ad una campagna elettorale dove chi si candida a governare la città metropolitana più grande d’Italia parlasse non più a vanvera dei problemi (li conosciamo) ma ci spiegasse come intende risolverli. Va bene la pubblicità comparativa, va bene spiegarci chi è l’avversario politico e quali responsabilità ha avuto in passato. Va bene anche dirci perché non votare Tizia o Caio. Ma fateci sapere che cosa avete in mente di fare per Napoli. Le risorse ci sono. Le idee mancano.

I napoletani vorrebbero sapere che cosa faremo per rendere balneabile l’intera costa napoletana. Come e se useremo le centinaia di milioni di euro per restituire decoro e dignità al centro storico cittadino che è patrimonio Unesco.

La gente vuole capire se e quando il quartiere di Fuorigrotta riavrà funzioni e ruoli che ha perso per la morte dello Sferisterio, la scomparsa del Cinodromo, la decapitazione del Palazzo dello Sport, il San Paolo e le aree intorno che sono diventate cessi a cielo aperto, sparizione dell’Edenlandia, chiusura o eutanasia dello zoo.

I napoletani vogliono capire se Forcella è Napoli o una enclave di giovani assassini camorristi. A Scampia e Secondigliano a parte scissionisti e altri gruppi legati a boss vari lo Stato che cosa vuole fare per schiacciare questa feccia e dare respiro alla stragrande maggioranza di persone che in quei quartieri hanno radici profonde. A Napoli si vuole capire se Bagnoli continuerà a essere una landa desolata o può rappresentare davvero la rinascita della città dopo la bonifica.

E potrei andare avanti all’infinito con monnezza, affitti di piacere, case popolari in mano ai camorristi, facce fameliche che frequentano ancora i palazzi, quartieri abbandonati, salotto di Napoli (la chiamano così la zona che va da piazza del Plebiscito alla Galleria, al San Carlo, ai Cavalli di Bronzo, palazzo Reale) ridotto ad una latrina pubblica, dormitorio di accampatori d’ogni tipo. Mi fermo perché tanto i problemi li conoscono tutti i napoletani.

I napoletani vogliono rivedere Napoli al suo posto nella storia di questo Paese. Napoli è capitale del mezzogiorno, del Sud, del Mediterraneo, ponte tra Occidente e Oriente. Napoli è… Insomma non ci bombardate ancora i cabbasisi con le solite banalità del politichese. Fatti, non più chiacchiere. A Napoli la gente è stanca…

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Published by
Paolo Chiariello