La vita è un prodigio e per cambiarla radicalmente serve, soprattutto, coraggio; ma anche la voglia di vivere fino in fondo le proprie emozioni. A volte, poi, è sufficiente un attimo per intraprendere un nuovo percorso sulla base di rinnovate e motivate priorità. La notizia della gravidanza, per esempio, ha spinto Cristina Angelillo a riscrivere la sua storia. Cristina, ingegnere barese delle telecomunicazioni per cinque anni attiva nel settore del broadcasting radio-televisivo come progettista hardware, quando ha scoperto che sarebbe diventata mamma si è reinventata come startupper e imprenditrice, saldando due sue passioni: quella per i bambini e quella per l’insegnamento. E da questa comunione è nato il progetto educativo che rimanda alle app realizzate da Marshmallow Games, la prima delle quali è stata Math Tales. Affascinati dalla sua storia, con la startup in TIM #Wcap dal 2015, abbiamo voluto incontrarla per conoscerla sin dal principio.
Come e perché nasce Marshmallow Games?
I bambini sono molto attratti dai nuovi strumenti digitali come smartphone e tablet ed è incredibile la naturalezza con la quale vi si approcciano. Perché non inventarsi, perciò, un modo accattivante e intelligente per migliorare il loro tempo di utilizzo di questi strumenti? Partendo da questa considerazione e unendo la dimensione pedagogica a quella del gaming, siamo riusciti a trovare un format vincente per insegnare ai bambini le materie scolastiche in maniera divertente.
Negli ultimi mesi la vostra squadra si è molto allargata, a conferma di una crescita qualitativa importante. Su cosa state investendo le vostre energie e risorse? Perché avete scelto di restare al sud, almeno fino ad oggi?
Marshmallow Games nasce da un’idea di tre persone. Adesso siamo in dieci. Siamo una squadra coesa che lavora ogni giorno, intensamente. Stiamo investendo sulla qualità dei prodotti e per questo stiamo cercando ragazzi preparati e disponibili a mettersi in gioco, motivati e pronti a spendersi per questo progetto. La scelta di rimanere al Sud è dettata dal forte desiderio di restare nella nostra terra d’origine, non scappando o abbandonandola come fa la maggior parte dei nostri coetanei. Vorremmo costruire, anzi, qualcosa di solido per creare lavoro duraturo al Sud. Nel nostro piccolo, infatti, non solo siamo riusciti a dare lavoro, fino ad oggi, a 10 persone, ma è con orgoglio che racconto che uno dei nostri collaboratori si è addirittura trasferito dalla Toscana per venire a fare la digital artist a Bari. E’ un grandissimo traguardo per noi.
Quanto sono importanti le nuove tecnologie digitali per l’apprendimento per i più piccoli? Con il loro sviluppo non si rischia di rimuovere totalmente i tradizionali strumenti pedagogici basati anche su un’interazione fisica?
Noi crediamo che non ha senso mettere la testa sotto la sabbia e far finta che questa rivoluzione digitale in atto non stia toccando anche la vita dei nostri figli. Bisognerebbe, conseguentemente, sfruttare al meglio questi nuovi strumenti per utilizzarli a loro favore, selezionando per loro dei contenuti adatti che possano stimolarli e insegnargli qualcosa. Non ha senso vietare l’utilizzo di smartphone e tablet: ciò che secondo noi ogni genitore dovrebbe fare è educare all’utilizzo consapevole e razionale di questi strumenti. Ben vengano, per esempio, delle regole sul tempo trascorso su questi dispositivi e sulla tipologia dei contenuti. Questi, per noi, sono strumenti di sostegno alla didattica e non possono sostituire, a nostro avviso, in alcun modo gli strumenti tradizionali pedagogici per l’insegnamento.
Cosa significa fare innovazione, anche sociale, al sud?
Fare innovazione al Sud significa porsi degli obiettivi ambiziosi ed impegnarsi per raggiungerli, mettendosi in gioco e rischiando coraggiosamente, talvolta anche scontrandosi con un ecosistema ancora un po’ giovane. In Puglia, ed in generale nel Mezzogiorno, ci sono tante realtà che sono riuscite ad imporsi come esempio di innovazione e che ci hanno dato la spinta per continuare per la nostra strada. Vedere il proprio progetto trasformarsi in azienda per poi crescere creando posti di lavoro ripaga di tutti gli sforzi fatti e l’impegno profuso.
In futuro pensate di applicare il vostro talento ed entusiasmo anche ad altri ambiti? Quali speranze per il futuro?
In futuro continueremo a creare strumenti per l’apprendimento innovativi e divertenti. Sicuramente non ci rivolgeremo solo ai bambini in età pre-scolare come abbiamo fatto finora, ma approderemo con nuove app anche nella fascia scolare dei bambini dai 6 agli 11 anni. Tratteremo, inoltre, nuove tematiche didattiche come l’astronomia, la geografia, la musica, il corpo umano e tante altre per poter stimolare i bambini di tutte le età su diverse materie per poterli seguire in un percorso didattico che li vedrà crescere e imparare in maniera sempre diversa.