“‘Una stella caduta dal cielo, il Signore ha scelto te! Salvatore…Benedetto da Dio! Sei Angelo bianco. Renato”.
Due pezzi di legno bloccano a terra il messaggio, coperto da un rosario, scritto per il 14enne morto oggi dopo essere stato colpito sabato scorso dai calcinacci all’altezza della Galleria Umberto I a Napoli.
Nell’area sequestrata dalla magistratura, proprio all’ingresso su Via Toledo dello storico edificio, compare la scritta sul foglio che sembra un altarino: una rosa bianca e due rosse a sinistra, un fascio di fiori bianchi a destra, santini col Volto Santo e con l’immagine di Santa Patrizia che coprono un altro messaggio, e c’è anche il testo del Padre Nostro in lingua inglese.
É una delle testimonianze che in queste ore i napoletani ma anche, evidentemente, qualche turista, stanno lasciando in quell’area maledetta dove un tranquillo sabato pomeriggio di relax si è trasformato in terrore, tragedia.
Fasci di fiori (”Alla famiglia di Salvatore, vittima innocente, un enorme affetto, Maria” c’è scritto su un biglietto legato ad un mazzo) lanciati oltre il limite della barriera arancione di plastica, sguardi attoniti, lacrime: di giovani, mamme, anziani.
E quando una ragazza si avvicina e chiede: ma che è successo?, un ragazzo si volta e, un po’ stupito, un po’ rassegnato, dice: ”Ma come? Non lo sai? É morto oggi il ragazzo ferito sabato mentre passeggiava con gli amici… Ma perché, perché?’‘ si chiede e chiede a chi gli sta vicino.
Un’anziana signora col nipotino si ferma, sguardo all’insù, e scoppia in lacrime, un gruppo di turisti si blocca, chiedono notizie, e tutti, subito dopo, si fermano a pregare. Ormai davanti alla galleria, presidiata dalla polizia municipale, è un pellegrinaggio continuo.
La via dello ‘struscio’ dei napoletani vive di distrazione e della consueta attività, degli artisti di strada e dello shopping, fino a pochi metri dal luogo della dramma, ma poi si ci si blocca davanti all’edificio al centro, negli ultimi anni, di polemiche e crolli. Tra i commercianti e gli abitanti della zona in tanti ricordano gli appelli inascoltati malgrado i segnali del degrado e dell’abbandono fossero evidenti.
E ora che è già cominciato il consueto balletto di responsabilità – pubblico, privato, tutti e due – e il rituale dei commenti indignati di politici e rappresentanti delle istituzioni – ”ma con che faccia tosta parlano?” si arrabbia un ragazzo mentre lancia un fiore – la gente chiede una sola cosa: mai più morti per l’abbandono.
La ‘terra di nessuno’ dell’area sequestrata fa da contrasto al passaggio, e alla sosta obbligata con lo sguardo rivolto verso la facciata della Galleria Umberto, delle migliaia di persone che passeggiano lungo Via Toledo. Lo stupore cede il passo all’amarezza.
A poche decine di metri il ‘concertino’ di due artisti di strada con la paglietta in testa, chitarra classica e mandolino e melodie insieme malinconiche e festose sembra quasi dedicato a Salvatore.
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