Perché se una bambina picchia è un “maschiaccio”?
E se un bambino piange è una “femminuccia”?
Perché le ragazze possono camminare mano nella mano e i ragazzi no?
Perché si studia Gabriele D’Annunzio e non Sibilla Aleramo?
Perché se mamma non lavora è normale ma se non lavora papà è una vergogna? Perché #1oradamore?
Sono solo alcuni dei “perché” a cui vuole provare a rispondere la proposta di legge sull’introduzione sentimentale nelle scuole di cui sono prima firmataria. Parlare di femminicidio non basta più se viene trattato come atto conclusivo del fenomeno. E non basta invocare la prevenzione, tanto contro la violenza sulle donne quanto sul bullismo e l’omofobia: la prevenzione bisogna costruirla, uscendo dall’ottica securitaria, insegnando un’altra educazione civica.
Quello che proponiamo è un diritto scritto nella Convenzione di Istanbul, ratificata all’unanimità in Parlamento, che propone agli Stati di introdurre l’educazione all’affettività negli ordinamenti scolastici.
In Europa è una realtà, in Italia siamo ancora in ritardo. Benché esistano esempi di autonomi progetti scolastici sul tema, è importante fare una legge che miri a fare di essi un virtuoso modello nazionale. Perché a scuola? Non sfugge a nessuno che l’emotività ricopra una parte consistente nello sviluppo della persona, soprattutto nella fase adolescenziale, quando si forma il carattere e si iniziano a fissare i comportamenti sociali.
Conoscere le proprie emozioni, comprenderle e saperle affrontare consente inoltre un aumento delle capacità di comunicare e il potenziamento dell’apprendimento cognitivo. #1oradamore a scuola perché oggi gli stereotipi maschili e femminili invadono il quotidiano sia in ambito pubblico che privato.
La scuola ha la possibilità di fornire gli strumenti per una lettura paritaria, per ristabilire un equilibrio delle immagini fornite dai mass media, schiacciate sulla mercificazione del corpo femminile. I ragazzi e le ragazze si abituano a una visione inflessibile dei ruoli sessuali, un’impostazione così assoluta da sfociare anche in forme di bullismo nei confronti di chi non rientra in questo schema.
Noi oggi abbiamo una grande possibilità, quella di fornire gli strumenti per un nuovo modello di cittadinanza. Sì, proprio oggi, che nella crisi e nell’esasperazione della precarietà avviene una decostruzione dei ruoli classici, familiari e sociali: le donne sono state sempre abituate a forme di precarietà, gli uomini no. E per la prima volta vivono una condizione che li avvicina. Da questo tragico corso della storia possiamo costruire nuove storie, dove la dignità e la parità costituiscono l’inizio di una nuova educazione civica. Chiediamo che la proposta sia discussa al più presto e che diventi quanto prima legge dello Stato.
La violenza maschile sulle donne, l’omofobia, il bullismo e gli stereotipi di genere si combattono con l’educazione e la formazione sin da piccoli. Prima che sia troppo tardi.
Firma anche tu!
Il testo della proposta di legge: http://bit.ly/educazione-sentimentale
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