Il governo Crocetta lo aveva indicato per guidare la Seus, società di gestione del 118 con quasi 3.500 operatori a servizio, ma il comitato di sorveglianza dell’azienda, dopo avere chiesto e ottenuto parere positivo dall’Avvocatura dello Stato alla nomina in una fase di blocco delle assunzioni, gli ha proposto solo un anno di contratto, anziché tre come da delibera governativa, e in più con una decurtazione del 40% dello stipendio, poco più di 3mila euro al mese. Condizioni che hanno indotto Angelo Aliquò, attuale commissario dell’Asp di Ragusa, a rifiutare l’incarico: “Non per una questione di soldi – dice – Capisco che siamo in spending review ma non capisco però perché il taglio doveva riguardare solo me e non altri; è evidente che tutto è stato orchestrato, la verità è che qualcuno non mi vuole, mi reputa scomodo“.
Un rifiuto che sta scatenando una levata di scudi inaspettata anche per lo stesso Aliquò. L’assessore alla Salute Lucia Borsellino, sua estimatrice, lo ha appena convocato per un incontro. Dall’opposizione, il deputato Marco Falcone (Pdl-Fi), gli riconosce “un altro profilo manageriale“. E a sorpresa anche i dipendenti della Seus, che da settimane hanno aperto un duro braccio di ferro con la società contro il taglio del salario e la riduzione dell’orario di lavoro, si sono schierati dalla sua parte: “Ci può salvare“. Aliquò è stupito: “Sono basito, al limite dell’imbarazzo. Non mi aspettavo tanti attestati di stima, sono sinceramente emozionato“. E lascia uno spiraglio: “Rimango a disposizione dell’amministrazione se hanno bisogno di me, ma non posso accettare di lavorare sotto ricatto e di occupare un ruolo senza essere gradito“. “Nella mia vita ho fatto di tutto: ho aperto una trattoria, ho fatto il sindaco, l’architetto e posso tornare a fare il libero professionista – afferma – Sicuramente sono una persone libera e fuori dai giochi: voglio poter continuare a dire si o no“.
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