Torna il sereno sulla Reggia di Carditello, dopo anni di timori e speculazioni e ben undici aste giudiziarie andate deserte. Il ministero dell’Economia, attraverso la controllata Sga, ha acquisito il sito borbonico costruito a San Tammaro (Caserta) nel Settecento dall’architetto Francesco Collecini (allievo e collaboratore di Luigi Vanvitelli), aggiudicandosi l’asta tenuta questa mattina al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere per la cifra di 11,5 milioni di euro.
Nei prossimi giorni la Sga cederà la Reggia al ministero dei beni culturali e turismo sulla base di accordi già stipulati nei giorni scorsi. ”Adesso metteremo in piedi una fondazione a cui parteciperanno Stato, enti locali e mi piacerebbe anche il ministero dell’Istruzione”, annuncia il ministro Bray. Che sottolinea: ”vorrei fossero coinvolte le università del territorio e il ministero dell’Ambiente perché Carditello può essere uno straordinario osservatorio sull’ambiente“.
Da Bray, che lo aveva conosciuto, anche un pensiero in particolare a Tommaso Cestrone, il custode volontario morto la notte di Natale che per anni si è preso cura gratuitamente della Reggia e che in tanti hanno ribattezzato ‘l’angelo di Carditello‘.
“Sono davvero felice di aver mantenuto la promessa fatta a Tommaso. Ora Carditello appartiene ai cittadini” ha scritto su Twitter il responsabile del Mibact che sarà a Carditello sabato prossimo. “Partiranno in breve tempo le prime opere di messa in sicurezza e il servizio di vigilanza del sito“, ha garantito il segretario generale del ministero Antonia Pasqua Recchia presente oggi in aula nel tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Quella presentata dalla Sga è stata l’unica offerta pervenuta sul tavolo del giudice Valerio Colandrea, che già da alcune udienze aveva deciso di non ribassare più la base d’asta di 10 milioni per evitare che il monumento potesse essere venduto a “prezzo di saldo“.
Oggi era prevista la procedura con incanto (l’offerta doveva superare la base almeno del 15%). Parla “di giornata storica” il sindaco di San Tammaro Emiddio Cimmino, che due anni fa fece uno sciopero della fame per richiamare l’attenzione sulla Reggia abbandonata. La Reggia – originariamente usata come tenuta per la caccia e l’allevamento di cavalli da Carlo di Borbone e poi trasformata per volontà di Ferdinando IV di Borbone in una fattoria modello per la coltivazione del grano e l’allevamento di razze pregiate di cavalli e bovini – fu messa all’asta dal Tribunale con ordinanza del 27 gennaio 2011 per un debito di 32 milioni di euro che l’ente pubblico proprietario allora del sito, il consorzio di Bonifica del Basso Volturno, aveva con l’ex Banco di Napoli. Della riscossione del credito fu incaricata già dalla fine degli anni ’90 la Sga. Negli anni il sito, in mancanza di fondi per manutenzione e vigilanza da parte del Consorzio di bonifica, è diventato preda di vandali e vittima degli agenti atmosferici, e solo cittadini coraggiosi come Cestrone, o associazioni come Agenda 21 per Carditello, hanno tenuto alta la guardia con aperture straordinarie e altre iniziative. Intanto dal Fai e da Intesa Sanpaolo arrivano 50 mila euro destinati ad un progetto ”da concordare con gli organi del Mibact”.
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