”Ci stupiamo di chi si stupisce. Ormai lo dicono le relazioni antimafia, lo dimostrano le inchieste, lo confermano i sequestri: bar ristoranti, locali sono tra le attività preferite della criminalità organizzata per riciclare il denaro”.
È quanto si legge in una nota di Libera in merito al sequestro di due bar nel centro di Roma disposto nell’ambito dell’operazione condotta da carabinieri e guardia di finanza contro l’ala economica della cosca Mancuso di Limbadi (Vibo Valentia).
“Ristoranti, pizzerie, locali della movida – prosegue la nota – sono gigantesche lavanderie intestati a prestanome e usati come copertura per riciclare i soldi sporchi e dove spesso si nasconde l’intreccio tra mafia, impresa e politica. L’obiettivo delle cosche, del resto, è fare affari e non deve sorprende la loro presenza dove è alta la possibilità d’investimento. Solo nella Capitale, con l’operazione di oggi, sono ben 18 i locali, tra bar e ristoranti, sequestrati alla ‘ndrangheta.
Una penetrazione che fa leva su meccanismi oramai consolidati. Ristrutturano con frequenza, giocano sui giri di fatture gonfiate, chiudono e ricominciano da un’altra parte con un turn over frenetico che necessita di una vigilanza e di un monitoraggio preventivo sui contratti di acquisto e sulle licenze e che deve richiamare alla responsabilità tutti gli attori preposti ai controlli preventivi per debellare una delle nuove frontiere di investimento mafioso”.
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