Social o non social, il mondo gira intorno agli stessi riferimenti. Negativi o positivi.
E quando ci si mette di mezzo la gelosia, la miscela diventa dirompente.
Siamo a Lecce. Una ragazza aveva conosciuto tramite Facebook un ragazzo. Qualche messaggio scambiato, poi la notizia arriva al suo fidanzato.
I due ragazzi entrano in contatto tramite il social e vola qualche parola di troppo. Chiaramente questa amicizia non risulta gradita.
Ma dalle parole si passa ai fatti. E il fidanzato geloso si reca in moto con un amico dal ragazzo, il quale si barrica in casa e chiama la polizia.
Proprio mentre era al telefono a spiegare ciò che stava accadendo, cioè una probabile aggressione, il poliziotto ascolta dalla cornetta un colpo di pistola.
A quel punto una pantera scatta e arriva dopo pochi minuti sul luogo dell’accaduto, dove viene trovato un bossolo e un foro sulla finestra della casa della vittima. Questi si era gettato a terra ferendosi a una spalla ed a un ginocchio.
La polizia guarda le immagini sul computer, messo a disposizione dal ragazzo, e preleva da Facebook la foto e il soprannome dell’aggressore.
Con queste indicazioni viene compiuta una veloce indagine e lo sparatore viene rintracciato e, dopo un fermo, gli vengono contestati i reati di porto abusivo d’arma, minacce in corso, tentato omicidio e danneggiamento.
La pistola non è stata trovata.