La vita è possibile, sempre. Il nuovo film di Ivano De Matteo al cinema

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In fuga da un marito violento, Anna e il figlio Valerio sono accolti a Torino in casa di Carla, attrice di teatro e amica di Anna di vecchia data. I due cercano di adattarsi alla nuova vita tra tante difficoltà e incomprensioni, ma l’aiuto di Carla e quello inaspettato di Mathieu, un ristoratore francese che vive nel quartiere, gli faranno trovare la forza per ricominciare. Questo è quello che accade ne “La vita possibile”, il nuovo film diretto da Ivano De Matteo (qui di seguito l’intervista), che vede protagonisti Margherita Buy, Valeria Golino, il giovane Andrea Pittorino, Caterina Shulha e Bruno Todeschini.

Dopo “la Bella Gente” e “I nostri ragazzi”, in cui fa una vera e propria critica alla classe borghese e “Gli equilibristi” in cui affronta tematiche come la crisi economica, questa volta il regista ci racconta di quei giovani costretti ad assistere a continue violenze domestiche e che si ritrovano a crescere piuttosto in fretta, sullo sfondo il problema della violenza sulle donne. Il messaggio del film è molto chiaro, ovvero che ribellarsi è possibile, esattamente come rinascere. La salvezza esiste , ma solo se l ‘amore e l’amicizia vinceranno.

Al cinema sta avendo sempre più successo, “La vita possibile”, il suo film. Perché ha deciso di fare questo film?

Ci sembrava doveroso sia a me che alla mia compagna, sceneggiatrice insieme a me del film, parlare di questa tematica purtroppo così attuale e raccontarla in questo modo.

I motivi del perché ha scelto Margherita Buy, Valeria Golino e Caterina Shulha?

La scelta delle attrici parte già dalla scrittura; Margherita Buy era la scelta iniziale perché possedeva tutte le caratteristiche del personaggio e la bravura per interpretarlo e questo è accaduto per tutti gli altri attori. Chiaramente per il ragazzino è stato più difficile individuarlo.

“La vita possibile”. Perché ha scelto proprio questo titolo per il suo film?

Era una frase detta da una donna che aveva subito violenze che avevo intervistato e l’ho usato come titolo mi sembrava giusto.

Indirettamente lei affronta un tema molto delicato, ovvero quello sulla violenza della donne. Per quali motivi proprio questo taglio?

Non volevo fare un film morboso carico di violenza e sangue ma un film di rinascita e di speranza.

Dopo un’esperienza traumatica che costringe a lasciarsi tutto alle spalle e ripartire da zero, quale vita ci si può aspettare?

Sicuramente migliore di quella vissuta fino a quel momento ma di sicuro non facile da raggiungere se non con l’aiuto di qualcuno. Ci si può aspettare un pozzo inesauribile da dove pescare storie sempre diverse. La fuga spesso è sinonimo di salvezza perlomeno in questi casi e non certo di sconfitta o debolezza.

Si può sempre ricominciare dall’inizio? Quando la vita è davvero possibile, secondo lei?

La vita possibile è quella per cui hai il necessario e il giusto che ti permette anche con difficoltà di ricostruire la tua storia dall’inizio magari diversa da come l’avevi sognata ma certamente migliore.

Cosa spera arrivi al grande pubblico del suo film?

La consapevolezza di quanto sia difficile per una donna non più giovanissima ri-trovare un posto nella società

Nuovi progetti?

Speriamo di continuare a fare questo tipo di cinema. Abbiamo scritto un nuovo soggetto!

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Published by
Giulia Farneti