“Insieme contro ogni forma di violenza”. Sono le parole con le quali Marisa Grasso, vedova dell’ispettore di polizia Filippo Raciti morto nel 2007 durante gli scontri tra ultras durante la partita di calcio Catania-Palermo, ha commentato l’incontro a Montecitorio con Laura Boldrini.
E proprio la presidente della Camera ha voluto sottolineare il dovere di far “sentire la vicinanza” delle istituzioni “a questa bella e solida famiglia che va avanti nel ricordo di un servitore dello Stato che non c’è più”.
“Ho incontrato una persona scoraggiata, un po’ arrabbiata che non si sentiva a suo agio in un Paese in cui avrebbe voluto sentire maggiore sostegno”. Il riferimento è alla maglietta che esposta durante la finale di Coppa Italia Napoli-Fiorentina e che inneggia alla liberazione di Antonino Speziale, l’uomo condannato per l’omicidio di Raciti. “Abbiamo parlato di quanto fosse deprecabile, violenta e volgare quella maglietta”, ha rimarcato la Boldrini.
Parole che hanno preceduto lo sfogo della Raciti. “Ho conosciuto questa grande donna. Forse parlando e sfogandosi si sta meglio – ha aggiunto la signora che all’incontro era accompagnata dalla figlia Fabiana – Sapere di questa vicinanza rende più sostenibile più sostenibile il mio ruolo. E’ stato un incontro molto positivo”.
La vedova dell’ispettore siciliano ha poi risposto a chi le chiedeva un commento per la accuse che le ha rivolto la madre di Speziale: “Mi vuole querelare per aver chiamato il figlio per quello che è, un assassino come riconosciuto dalle sentenze dei tribunali – ha detto – Bisogna saper accettare quel che ha fatto quella mano. Ho chiesto giustizia per mio marito, lo farò per me. Mi difenderò in tribunale se necessario”.
Visibilmente commossa Fabiana, figlia dell’ispettore Raciti: “Ringrazio la presidente per averci ascoltate perché rappresenta le istituzioni”.
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