I Carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria hanno eseguito sei ordinanze di custodia cautelare nei confronti di ex amministratori comunali ed imprenditori indagati per associazione a delinquere di tipo mafioso, intestazione fittizia di beni e reati contro la pubblica amministrazione aggravati avendo agito al fine di agevolare la ‘ndrangheta nella sua articolazione territoriale della ‘locale’ di San Luca.
Nel corso delle indagini sono emerse parallelamente responsabilità in condotte di truffa aggravata e peculato (non aggravate dalla condotta mafiosa) a carico di Rosy Canale, attrice nota per il suo impegno antimafia come coordinatrice del ‘Movimento delle donne di San Luca‘, associazione creata con finalità di sostegno sociale. Le ordinanze – cinque in carcere e una agli arresti domiciliari – sono state emesse dal Tribunale di Reggio Calabria su richiesta della Direzione distrettuale antimafia (Dda) coordinata dal procuratore Federico Cafiero de Raho.
La Canale, che appena quattro giorni fa aveva vinto il premio Borsellino per la legalità, non è accusata di reati mafiosi, ma di peculato e truffa. Secondo quanto è emerso dalle indagini, avrebbe utilizzato per l’acquisto di beni personali i finanziamenti, che avrebbero dovuto essere destinati a finalità sociali, erogati al “Movimento delle donne di San Luca“. Finanziamenti che, secondo una prima stima fatta dagli investigatori, ammonterebbero a circa 100 mila euro, ma che potrebbero essere, sulla base di un calcolo definitivo, anche più consistenti.
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