Frattaminore, il paese che mi ha visto nascere, piange oggi un’altra vittima. Michele se ne è andato in soli due mesi a 49 anni. Cancro al cervello. Lascia la moglie e 4 figlioli.
La “terra dei fuochi” non si smentisce.
La “terra dei fuochi” continua, suo malgrado, a uccidere i suoi stessi figli. Come sarebbe bello essere smentiti. Come sarebbe bello se i tanti “scienziati”, improvvisati e prezzolati, potessero provare il contrario. Io sono solo un prete. Un povero prete di periferia che cerca di richiamare l’attenzione su un dramma dalle dimensioni immani.
Basterebbe andare dai due parroci di Frattaminore – don Giorgio e don Aldo – e pregarli di controllare nei registri dei defunti quante persone sono morte nell’ ultimo anno, di quale malattia e a che età.
I fatti, purtroppo, sono questi. Più resistenti e duri delle rocce. Onori e ringraziamenti al nostro esercito di volontari che – GRATUITAMENTE! – spende il suo tempo, mettendo a rischio anche la vita, per amore della nostra terra, del nostro popolo.
Vergogna immensa per quella marea di gente prezzolata che davanti a tanto angosciante dolore, non sa fare altro che negare e offendere le stesse vittime. Dio benedica tutti e ci dia tanta forza e coraggio per continuare a combattere questa guerra illogica, assurda e nobilissima.
Non si può vivere chiedendosi angosciati: «A chi toccherà domani?». Non è possibile rimanere con le mani in mano ad aspettare il proprio turno. Il ministro Gian Luca Galletti, quando venne in parrocchia, affermò: «Questo è un problema nazionale e deve essere risolto da tutta la Nazione».
Ma quando? Quando si comincerà a fare sul serio, Ministro? Quando si comincerà a vedere che qualcosa sta cambiando per davvero? Quanti altri morti dobbiamo piangere? Quante altre disonesti dovranno arricchirsi sulla nostra pelle? Oggi “io sono Michele”.
E chiedo a tutti gli abitanti della “terra dei fuochi” di essere Michele. Le tragedie dell’Italia e del mondo ci interessano e ci addolorano. Ogni dramma che si consuma sulla terra lo sentiamo nostro. Ma vogliamo che anche la tragedia che ci uccide venga conosciuta, affrontata, risolta.
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