Tutta naturale la causa della schiuma biancastra che tra giugno e luglio ha fatto preoccupare bagnanti e stabilimenti marittimi lungo il litorale adriatico, dalle Tremiti al Gargano in particolare.
A mettere da parte l’ipotesi inquinamento è il biologo marino dell’Università del Salento e Cnr-Ismar Ferdinando Boero che correla la schiuma allo ‘sbattimento ‘ ondoso delle salpe che a migliaia sono tornate nel basso Adriatico, dopo 15 anni di assenza. Tra maggio e giugno hanno invaso le coste pugliesi e ‘banchettato ‘ col fitoplancton sviluppatosi nei mesi invernali.
Di aspetto simile a serpenti marini, trasparenti, i tunicati planctonici, sono invertebrati filtratori assolutamente inoffensivi e gelatinosi, della stessa consistenza delle meduse.
Questa specie marina usa riprodursi formando una lunga catena fino a sette metri. Dopo la riproduzione la catena d’origine muore, mentre gli esemplari partoriti avviano un nuovo ciclo di incatenamenti.
La schiuma che ha recentemente caratterizzato lo specchio marino tra le Tremiti e il Gargano, secondo l’esperto dell’Università del Salento e Cnr-Ismar, “è un fenomeno di sfaldamento massivo nell’ecosistema marino, dovuto alla diffusa presenza di salpe morte agitate e scosse dal moto ondoso. Resta un mistero, quest’anno come nel 1998, il motivo dell’arrivo a miliardi di esemplari e della scomparsa di queste creature marine dopo un mese. A segnalare la fine dell’invasione dei tunicati – conclude Boero – è proprio la schiuma a mare, una sorta di brodo di salpe in sfaldamento”.