E’ arrivata nel mese di febbraio in Campania dall’Albania con la promessa di un lavoro da barista, ma dopo qualche ora è stata condotta nel piazzale della stazione ferroviaria di Caserta e costretta a prostituirsi, senza sapere una parola in italiano e con il numero trenta scritto a penna sulla mano per indicare ai clienti l’ammontare della “tariffa sessuale“.
E’ drammatica la vicenda, che ha visto come vittima una ragazza di 24 anni, su cui hanno fatto luce i carabinieri della Compagnia di Caserta guidati dal capitano Raffaele Romano, che questa mattina hanno arrestato per il reato di sfruttamento della prostituzione, su ordine del Gip del Tribunale di Napoli Nord, due albanesi; una terza indagata, una donna albanese che avrebbe convinto la ragazza a trasferirsi dal “Paese delle Aquile” all’Italia, e all’estero.
Le indagini sono state coordinate dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord. I due “sfruttatori” sono stati presi a Frattamaggiore (Napoli) e Citerna (Perugia); gli investigatori ritengono che stessero per andare all’estero, probabilmente in Albania per agganciare altre sprovvedute ragazze. La 24enne, è emerso, veniva accompagnata ogni giorno dai suoi sfruttatori alla stazione e la sera tornata nell’abitazione di Frattamaggiore; in più circostanze è stata malmenata e in un’occasione i suoi aguzzini le hanno rotto un dente. Dopo due settimane però ha avuto il coraggio, mentre era nel piazzale della stazione di Caserta, di fermare una pattuglia dei carabinieri, chiedendo aiuto con qualche frase in inglese. I militari l’hanno condotta in caserma dove con l’aiuto di un interprete la 24enne ha raccontato l’incubo vissuto.
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