All’inizio ci dissero che eravamo ingrati, quando non riuscimmo a credere nel miracolo aquilano. In seguito ci dissero che ci lamentavamo troppo e ci picchiarono, persino. Non bastò, ci chiamarono comunisti e ci denunciarono sequestrandoci pale e carriole. Divenimmo in seguito i peggiori terremotati d’Italia, forse del mondo. Ma non bastò.
Ci attaccarono, allora, colpendoci ad uno dei nostri punti caratterizzanti, insomma il nostro “fiore all’occhiello”: la ricerca. Perché “credevamo” alla prevedibilità di chi continua a definirsi “l’uomo che sussurrava ai terremoti”, e inutili furono le prese di posizione dei tanti scienziati, inutili e scientemente nascoste. Ma neanche questo bastò . Ci volle il colpo finale. L’inquisizione.
Scriverò delle ultime due “bastardate” sperando di essere esaustiva, anche perché qui si corre il rischio che gli aquilani vengano considerati non solo come gli “inquisitori” nei riguardi della scienza ufficiale, ma anche sostenitori di chi si prende gioco della scienza, denigrandola appena gli si presenta l’occasione . E cominciamo con la prevedibilità dei terremoti, con un anticipo di 6-24 ore, come più volte sottolineato da Giuliani, nelle zone nella quali siano piazzati i suoi rivelatori. Premetto che, quindi, mi appare alquanto peculiare che lo stesso abbia potuto dichiarare “”La Calabria rischia un terremoto di grande entità” nel maggio scorso, perché avrei potuto dirlo anche io, senza strumentazioni.
Ma andiamo per gradi.
Essendo una scienziata, nel campo della Biologia, posso non capire nulla di geologia e sismologia, ma so cosa dico quando si parla di metodologia e rigore scientifico. Comunque, non conoscendo un granché dei precursori sismici, mi sono documentata, insomma ho studiato, perché la gran parte del mio lavoro consiste proprio nel leggere e studiare i dati e i risultati degli altri ricercatori. Il tutto per essere aggiornati, per poter valutare le proprie sperimentazioni sulla base delle conoscenze di altri che, giorno per giorno, aumentano e vengono rese disponibili sulle riviste specializzate in ogni campo della ricerca.
Sulla banca dati WEB OF SCIENCE vengono riportati tutti gli articoli scientifici, di qualsiasi argomento, apparsi su riviste provviste del cosiddetto peer review, ossia revisione tra pari: una sorta di “trafila” che segue chiunque voglia pubblicare un dato scientifico su una rivista di valore. Il lavoro viene valutato da un’equipe di esperti anonimi che possono accettarlo tout court, chiedere integrazioni o rigettarlo, con le dovute motivazioni. Dunque, sul Web of Science ho cercato lavori su radon e terremoti. La banca dati mi restituisce 479 articoli. Quindi ho aggiunto il nome di un autore: “Giuliani”. Mi appare la seguente scritta “Your search (shown below) found no records”. Ho provato con altre combinazioni, ma Giuliani Giampaolo non risulta presente. Scopro che un certa Giuliani Roberta (Protezione Civile) ha effettuato studi sul terremoto dell’Aquila e poi un certo Giuliani A. sulla misurazione del Radon e si tratta di una comunicazione ad un congresso, ma nulla hanno a che vedere con il Giuliani aquilano.
Scopro, comunque, che il Radon è molto studiato come precursore sismico, che alcuni risultati sembrano molto promettenti, così come esistono altri precursori sismici ampiamente studiati, assieme a modelli matematici, e chi più ne ha più ne metta. Inoltre verifico che le misurazioni di questo elemento radioattivo sono molto accurate e vengono effettuate da diversi misuratori di particelle alfa, beta o gamma a seconda dell’isotopo che si va a valutare. Non entro nello specifico perché sarebbe inutile, ma ho letto che il misuratore di Giuliani è unico, quando, sia pure con notizie rubate qua e là, mi sembra non così originale come si vuol far credere, ma son disposta ad accertarmi di ciò, sempre che da qualche parte si possa leggere qualcosa di più approfondito.
Tenendo conto che in questa intervista, il Giuliani aquilano si sente un perseguitato e non essendo personalmente una “forcaiola”, decido di andare a cercare comunicazioni scientifiche a lui attribuibili in banche dati più soft: Google Scholar. Qui è più difficile, perché evidentemente c’è un problema di omonimia. Non mi dò per vinta; trovo solo il suo libro: “L’Aquila 2009: la mia verità sul terremoto: la storia mai raccontata di un disastro annunciato, dell’uomo che avrebbe potuto salvare 330 vite umane e …”.
Quindi, dati questi risultati, dovrei credere che chi boicotta Giampaolo Giuliani lo fa soprattutto al livello di pubblicazione dei risultati e questo, naturalmente, influisce sulla possibilità di ottenere finanziamenti pubblici e/o privati per la sua ricerca. Perchè mai da 12 anni a questa parte, la scienza boicotta tutti i lavori di Giuliani? Faccio presente che quando una rivista mi invia un lavoro da “referare”, cioè quando vengo chiamata a fare da “peer reviewer”, io non conosco assolutamente i nominativi degli autori del contributo scientifico che devo “giudicare”! Quindi non vedo come sia possibile, nell’eventualità che Giuliani abbia cercato di pubblicare i propri dati, che questi siano stati rigettati senza che nessuno li valutasse. La pubblicazione dei risultati scientifici è, a parte il risvolto personale sul curriculum di ogni ricercatore, l’unico modo di far circolare la conoscenza, rendendola fruibile per tutti coloro che, sperimentando ogni giorno, possono verificare, ampliare lo studio, discutere assieme i risultati e, infine, andare avanti nell’affascinante campo della ricerca. Preciso anche che si sta diffondendo il libero accesso (Open access) alla conoscenza e che molti scienziati e Università vi aderiscono.
Senza una solida storia scientifica certificata da pubblicazioni, collaborazioni, insomma discussioni, non si può accedere a finanziamenti pubblici. Chiunque riceva finanziamenti per la ricerca, lo fa presentando un progetto, corredato di dati certificati attraverso comunicazioni a congresso (che valgono meno delle pubblicazioni), pubblicazioni su riviste internazionali, collaborazioni con altri gruppi di ricerca o anche aziende che fanno ricerca e sviluppo.
Quindi, quando qualcuno dice che la sua ricerca è autofinanziata, non è assolutamente garanzia di rigore scientifico, specie se la suddetta ricerca dura da 12 anni senza che mai si sia pubblicato nulla e men che meno ottenuto finanziamenti appositi.
Così io, scienziata, dovrei credere a Giuliani sulla parola, su quello che comunica, senza avere nessun accesso ai dati, alla metodologia usata e così via o, peggio, fidarmi ciecamente dei dati non verificati da altri (peer review) che ogni tanto vengono diramati in rete.
Mi chiedo, inoltre, come mai il radon, pur essendo studiato da tanti altri gruppi di ricerca, non sia considerato attendibile nel prevedere terremoti e mi rispondo che, evidentemente, servono altre misurazioni, altre elaborazioni di dati, altri modelli matematici, analisi statistiche e così via. Cosa dovrei credere, che Giuliani misura altro? Che è in grado di vedere qualche precursore del precursore? Perché è tutto avvolto nel mistero? Come mai, leggo anche che la sua richiesta di brevetto è stata bocciata? Oppure è il brevetto, il problema o, per così dire il desiderio di Giuliani?
Ma torniamo al suo intervento che ho linkato anche prima: Giuliani da Santoro “Lo sfogo contro i sismologi”
Servizio Pubblico: lo sfogo di Giampaolo… di TheResearcher80
Ho preso qualche appunto ri-ascoltandolo.
Alla domanda “ma lei cos’ha Giuliani ché gli scienziati non la ascoltano, la risposta è “La rogna”e nonostante si sentano risate del pubblico, trovo questa risposta molto poco adatta ad una discussione sulla scienza. Evidentemente, però, molto efficace per portare il pubblico dalla sua parte. Insomma una persona semplice e simpatica che alcuni “cattivoni” schivano.
Dichiara che da 12 anni fa delle ricerche per salvare vite umane. Mi chiedo: Perché non le condivide? Risponderebbe “Perché mi boicottano”. Ma come mai tutti, tutti lo dovrebbero boicottare?Continua a dire che vuole salvare le vite e per questo ha sacrificato tutta la famiglia; addirittura i figli andavano a lavorare e davano i soldi per la sua ricerca. Ed io continuo a pensare che, per quanto apprezzabile, questo non ha nulla a che vedere con la validità della ricerca, ma forse voleva solo evocare esempi di altri tempi e convincere persone che non possono sapere cosa sia il rigore scientifico e quindi l’attendibilità dei dati.
“Tutti i terremotati hanno una ferita quindi non capisco perché non posso continuare”.La risposta è che può continuare, ma fino a quando non si può accedere ai suoi dati e alle sue elaborazioni, nessuno scienziato può dargli credito. E non posso non sottolineare il suo continuo riferimento improprio ai dolori degli aquilani, il suo continuo evitare di parlare di dati scientificamente comprovati.
“Noi abbiamo 4 gioielli e sono gli unici che permettono di vedere il terremoto da 6 a 24ore nel raggio d’azione.” Qualcuno gli domanda: “Radon?” e lui risponde “ Sì sì”. Allora in cosa sono unici questi strumenti visto che il Radon è misurato da tanti altri studiosi, anche qui a L’Aquila?
“Sono stanco di fare polemica con gli scienziati che non capiscono la ricerca”. Come posso capire una ricerca quando non ne so nulla? Inoltre accenna a scienziati bravi ma non famosi. Questo mi fa venire un grande dubbio: siccome moltissimi ricercatori bravissimi non sono affatto famosi, forse Giuliani è solo in cerca di fama?
Fa una dichiarazione davvero sconvolgente ossia dice che un qualcuno di importante (anonimo ovviamente) gli avrebbe detto “Giuliani lei fa danni con la sua ricerca, non ha idea di che PIL muove una catastrofe!! (e qui Travaglio gli fa un assist –non so quanto voluto- accennando a quelli che quella notte ridevano) in fondo cosa costano 4 funerali?” Questa dichiarazione è propria di un mitomane e sinceramente se qualcuno poi parla della poca attenzione degli aquilani alla Scienza è bene che faccia nomi e cognomi, perché non possiamo, sinceramente, né noi scienziati né altri, riconoscerci in tale delirio. A tal proposito sia D’Averio che Stella, interpellati, si smarcano da questa dichiarazione ma, insomma, diffidano degli scienziati. Stella infatti dice che : “Il ponte Rialto a Venezia è stato fatto da un capomastro dopo che si scartarono progetti di famosi architetti, quindi può capitare che un non scienziato faccia scoperte , ma ho dubbi sulla storia del PIL”. Certo che se a controbattere Giuliani ci fossi stata io, anche se non sono sismologa o geologa, gli avrei almeno chiesto “Che cosa ha di innovativo il suo metodo rispetto agli altri pubblicati? E dove sono le elaborazioni di 12 anni di osservazioni? E chi ha validato o controllato quei dati?”
Giuliani infine dichiara di non aver esportato la sua ricerca perché voleva rimanesse italiana. Purtroppo non sa che senza collaborazioni oggi non si va da nessuna parte e che i ricercatori non sono ladri, specie se i dati non sono pubblici e, magari, nascosti appositamente con il deposito di un brevetto: questo a proposito di salvare vite!
Concludo, anche perché sono andata molto lunga, ribadendo che nessuno qui a L’Aquila ha inteso mettere al bando la scienza attraverso il processo alla Commissione Grandi Rischi, né, a maggior ragione e contemporaneamente, voluto spazzare via anni di ricerche accurate e pubbliche nel campo della geologia e sismologia, per seguire chi degli scienziati parla come fossero personaggi infami d’altri tempi.
Certo è successo qualcosa di molto grave a L’Aquila, perché alcuni scienziati, riunitisi frettolosamente forse proprio per smentire Giuliani, non hanno usato la scienza contro la pseudo-scienza o fanta-scienza: se non si possono prevedere i terremoti è altrettanto vero che non si possono prevedere i non terremoti.
E non sono solo dispiaciuta, ma anche molto arrabbiata.