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La perquisizione in classe al bimbo marocchino

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Un bambino di 11 anni, figlio di immigrati marocchini, perquisito in classe dai carabinieri, alla ricerca di un coltello che, però, non c’è. L’episodio, di cui scrive “L’Ora della Calabria” e che risale a qualche giorno fa, è accaduto a Cerisano.

Il piccolo ha un diverbio con una compagna di classe. La bambina gli tira addosso una scatola di colori e lui risponde con un calcio. Sembrerebbe una vicenda finita lì. E, invece, l’episodio ha un seguito imprevisto. Il padre della bimba racconta i fatti ad un carabiniere. Si parla anche di un coltello. Il tutto viene riferito al maresciallo che comanda la caserma di Cerisano dei carabinieri, che decide di compiere una verifica direttamente a scuola.

La vicepreside dell’istituto (la preside era assente), quando i militari si presentano a scuola, si reca insieme a loro nella classe frequentata dal bambino extracomunitario, imponendo all’alunno marocchino di svuotare lo zainetto e le tasche dei pantaloni. Il bambino ubbidisce, ma il coltello non si trova. A questo punto è la madre dell’undicenne marocchino (la sua famiglia vive a Cerisano da un anno ed è ben integrata) a sporgere denuncia nei confronti di chi, a suo dire, ha calunniato il figlio. I carabinieri stanno proseguendo, comunque, gli accertamenti sull’accaduto per ricostruirlo in tutti i suoi dettagli.

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Redazione