La storia della nostra emigrazione nel Regno Unito è fatta di successi e capitomboli dei connazionali nella capitale inglese.
E c’è chi questa storia l’ha scritta davvero, raccogliendo in un libro info e testimonianze storiche, da Marconi a Sir Antonio Panizzi: Alessandro Forte, un diploma alla Nunziatella di Napoli e adesso una scalata nel mondo finanziario, ha firmato “La Londra degli Italiani” che racconta come gli italians siano riusciti ad eccellere nella City.
Una storia a cui bisogna continuare ad aggiungere capitoli: “Mi sono laureato in Medicina a 24 anni e volevo fare i trapianti – racconta a Resto Al Sud Cesare Quarto, di Sorrento, durante la presentazione del libro all’Italian Bookshop di Londra – ma in Italia mi sentivo disilluso, mortificato, appiattito. I miei colleghi avevano 50 anni. Ecco perchè dopo la specializzazione sono partito: all’inizio è stata dura ma adesso lavoro al Royal Brompton Hospital di Londra”.
La sua carriera in cardiochirugia ha preso il volo proprio quando ha deciso di partecipare a congressi internazionali. Fa il ricercatore a Londra anche Mattia Terenghi: “Continuo a pensare – spiega – che la preparazione italiana sia una delle migliori. Però in Italia, dopo la laurea, non c’erano posizioni disponibili per il mio dottorato. Sono un chimico teorico e qui studio come le cellule del corpo prendono le decisioni, anche quelle sbagliate”.
Di scelte è costellata anche la vicenda di Simone Vannoli, un’incredibile vita da film: “Vengo da Cerveteri e ho cominciato la mia carriera come muratore. Poi sono diventato parà, ma ho lasciato dopo essere stato in coma a causa di un incidente. Una volta riprese le forze ho sentito la necessità di crescere e fare altre esperienze, così ho viaggiato e sono arrivato a Firenze nella scuola de L’Oreal parrucchieri, dove volevo fare il parrucchiere ma.. fregandomi se la gente mi chiamava gay! Ho iniziato a lavorare in un team del L’Oreal in giro per l’Europa ma sempre senza soldi, così mi sono imbarcato nelle navi da crociera sperando di guadagnare prima di tornare nella City. Ma nessuna banca voleva farmi credito ed io studiavo da solo su libri come “Business plan in 24 ore”: dormivo a casa di amici e sono andato avanti così fino a quando l’unica persona a credere in me è stata la proprietaria di un salone offrendomi un lavoro. Grazie al suo aiuto ho aperto il mio primo salone “Vannoli-Hair”. Adesso ne ho due e un terzo sta per nascere, dò lavoro a dieci persone e sono alla ricerca di investitori per un mio proggetto europeo”.
Storia di successo anche per Lavinia Davolio, che ha creato la sua Boutique Confectionery dopo aver lavorato per anni nel settore bancario: “Nel 2004 sono partita da un paese in Emilia che ha 4mila abitanti: ho trascorso un anno in America e sei mesi in Cina. Poi sono arrivata a Londra e adesso, dopo l’esperienza in banca, porto avanti il mio progetto”.
Esperienze di vita che la dicono lunga sulle opportunità offerte dalla città-metropoli: “Se vuoi fare una cosa, fanne un’altra – chiosa l’attore siciliano Marco Gambino, che vive nella capitale da 26 anni – Londra mi ha insegnato il motto “Think laterally”: se fossi rimasto a casa non avrei avuto questa agilità mentale”.