Botta e risposta tra Milena Gabanelli e l’Usigrai sul tema degli sprechi della Rai ed in particolare sull’organizzazione delle sedi regionali. La giornalista di Report, in un articolo su Il Corriere della Sera dal titolo “Tutto quello che non ha fatto la politica del ‘Noi faremo’“, si occupa anche della tv pubblica.
“In nessun paese europeo – scrive – ci sono 25 sedi locali. La Rai di Genova sta dentro un grattacielo di 12 piani… ma ne occupano a malapena 3. Poi ci sono i centri di produzione che non producono nulla, come quelli di Palermo e Firenze“. “A cosa servono 25 sedi? – si chiede ancora Gabanelli – A produrre tre tg regionali al giorno, con prevalenza si servizi sulle sagre, assessori che inaugurano mostre, qualche fatto di cronaca“. “Se informazione locale deve essere facciamola sul serio, con piccoli nuclei, utilizzando agili collaboratori sul posto in caso di eventi o calamità“, aggiunge la giornalista, concludendo con la considerazione che “la maggior parte delle sedi serve a mantenere un microfono aperto ai politici locali“.
“L’attacco sferrato da Milena Gabanelli è disinformazione pura – replica il segretario Usigrai, Vittorio Di Trapani -: dati errati e una scarsa conoscenza dell’azienda per la quale lavora da anni. Non posso che esprimere sconcerto per l’opinione che Gabanelli ha delle colleghe e colleghi che lavorano nelle redazioni regionali: nella Tgr non abbiamo 700 reggimicrofono o esperti di sagre, ma straordinari professionisti che ogni giorno garantiscono l’informazione di Servizio Pubblico per e dal territorio“.
Di Trapani spiega quindi che “le sedi regionali non sono 25, ma 21. Le redazioni invece sono 24. Le redazioni regionali non producono solo 3 tg al giorno”, ma anche, tra l’altro, “Buongiorno Regione e Buongiorno Italia, un tg scientifico quotidiano, un settimanale, diverse rubriche quotidiane e settimanali a trasmissione nazionale“. “E’ falso – sostiene ancora – che Firenze e Palermo siano centri di produzione. Come è falso che non producano nulla“. “Che alcuni immobili poi siano sovradimensionati lo abbiamo denunciato noi per primi – prosegue Di Trapani -. Insomma, con un condensato di luoghi comuni, Gabanelli si iscrive di diritto nel partito, a dire il vero molto trasversale, di quanti pensano che il problema della Rai sia come ridimensionarla“.