Ci sono due verità contrapposte, ma ambedue valide: la camorra che minaccia la società civile napoletana e il diritto della società civile a non essere infangata da essa.
Le due verità al contempo sono: le denunce sacrosante di Gomorra e il riverbero di una pubblicità negativa su Napoli.
Come mettere d’accordo le due cose? Come raccordarle pacificamente?
Napoli soffre e viene umiliata negli stadi con cori da brivido, ma se non c’è chi denuncia la cultura camorristica, Napoli affonda.
La polemica di questi giorni sulla serie tv Gomorra, in onda su sky, nasce da queste due verità. Ma è inutile dividersi in partiti, pro o contro Saviano. Non è questo il punto. Il punto è la soluzione del problema. Ovvero: tenere alta la guardia sulla penetrazione della camorra e della cultura camorristica e salvaguardare Napoli.
E’ bene, dunque, trovare altre soluzioni.
Saviano è un fenomeno mediatico di caratura mondiale. Tutto ciò che dice finisce in una gran cassa mediatica, che arriva fino alla Cnn. Quando interviene deve tenere ben presente questo aspetto. Ma Saviano, per quella cassa mediatica che rappresenta, è un patrimonio di Napoli e del popolo napoletano. A tutela di una possibile ulteriore minaccia.
Quindi il rispetto del suo lavoro deve essere sancito nella maniera piu’ assoluta, ma nel contempo si adotti una “misura della denuncia”, cioè trovare delle forme di essa che non siano una serie tv, ma altro metodo di diffusione.
Siamo tutti debitori verso Saviano e gli vogliamo bene, ma quando in un momento di crisi economica arriva una serie tv ad alimentare paure, bisogna riflettere sulla ricerca di nuovi linguaggi. Se poi non ci riusciremo, torneremo sui nostri passi.
La denuncia del male è l’ultima cosa a cui possiamo rinunciare. L’ultima.
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