Metto da parte l’intervista di D’Alema, le verità negate su Regeni, quelli che ammazzano per vedere l’effetto che fa. Vi parlo di me e della Lucana film Commission. Dei miei giardini metaforici fioriti.
Scrivo da Matera. In questi giorni abbiamo accolto il V meeting internazionale del cinema indipendente. Non si era mai fatto al Sud. Per la prima volta si e’ realizzato in collaborazione con gli esercenti della Fice e dell’Agis. Con Alberto Versace di “Sensi contemporanei” ne parlavamo da tempo di questa mossa del cavallo. In pochi mesi si è concretizzata. Ora che siamo sul finire, tutti i partecipanti affermano che il Meeting deve continuare a restare a Matera negli anni a venire. La cornice della bellezza di questa città cinematografica (per storia e vocazione) funziona per accogliere e far vivere il cinema della modernità che viene.
Esercenti innamorati del loro lavoro, produttori indipendenti, nuovi sperimentatori della distribuzione, film commissioner, investitori stranieri, registi, i dirigenti che lavorano alla nascente legge sul cinema, tutti insieme appassionatamente a discutere nel funzionale auditorium del conservatorio. Poi un bicchiere ad Area 8 spostandosi in scenari d’incanto. Tra un affaccio e l’altro vagando per Matera. E tutti a dirci che bisogna restare a Matera per gli anni a venire. Abbiamo incontrato pubblico per far vedere cinema di qualità. Nel programma che ha proposto diverse anteprime abbiamo avuto la possibilità di far vedere alcuni dei progetti che abbiamo realizzato in Basilicata. I cortometraggi “Cenere”, “La riva”, “La slitta”. Ci siamo molto emozionati per “Montedoro” di Antonello Faretta. Cinema strapieno per accogliere un’opera difficile e titanica che ha richiesto sette anni per essere realizzata. Una riflessione alta e altra su quello che eravamo e quello che siamo diventati. Nel paesaggio catastrofico di Craco. Il film è un punto di snodo per quella generazione che ha con forza voluto fare il cinema in Basilicata. Una carovana che mi sono messo ad organizzare negli ultimi tre anni. Tra incertezze, entusiasmi, passi falsi e decine di rapporti umani. E sentirsi ripetere in queste ore che tutti insieme abbiamo fatto un buon lavoro ripaga e invoglia a far sempre meglio. Quando ho iniziato in uno stanzino vuoto dicevo provocatoriamente “Gli ultimi saranno i primi”. Primi non siamo. Ma la Lucana Film Commission è oggi una realtà positiva del cinema italiano. Grazie ad una politica lungimirante che ci ha fatto lavorare in autonomia.
Avevamo dalla nostra parte una storia significativa e autorevole lunga mezzo secolo, che ha visto realizzare in Basilicata dei capolavori della filmografia internazionale e italiana. Ho accolto gli amici venuti da ogni dove con la frase dei brindisi che Alan Delon recita in Rocco e i suoi fratelli: “Benvenuti nel paese degli ulivi, del mal di luna, degli arcobaleni”. Noi discendenti di quei migranti raccontati da Visconti abbiamo aperto l’istanza di voler fare cinema nei nostri borghi. Siamo quelli che vogliamo innovare con estetiche e tecniche del nuovo secolo puntando a creare un distretto di piccole e medie imprese locali capaci di contaminarsi con produzioni di tutto il mondo. Per il distretto e’ presto ma il polo del cinema possiamo dire che è nato. Aiutati dalla designazione di Matera a capitale europea della cultura, riusciamo ad interagire con addetti di settore internazionali capaci di far arrivare nello scenario dei Sassi film come “Ben Hur” in uscita nelle sale di tutto il mondo ad agosto. E Matera deve continuare ad essere globale. Non dimenticando il suo passato di miseria pasoliniana, evitando di mettersi addosso pennacchi borbonici o vestiti di plastica globalizzati. Ci apprestiamo ad accogliere “Nightngale”, una grande produzione che rinverdisce il mito fumettistico di Wonder Women. Non solo biblico ma ulteriori immaginari avvolgeranno la nostra Gravina. La Basilicata accoglie e sostiene molto cinema italiano. Il Bando alla crisi ideato tre anni fa dispiega i suoi frutti. A Pasqua esce nelle sale “Un paese quasi perfetto” commedia con un cast stellare che schiera Fabio Volo, Silvio Orlando, Carlo Buccirosso in un remake di un film successo canadese ambientato nella splendida altura delle Dolomiti lucane. Con il sindaco di Castelmezzano stiamo lavorando duro per una promozione che riesca a valorizzare bene l’impegno profuso dal nostro territorio. Una settimana dopo uscirà “Ustica”, film denuncia di Renzo Martinelli che in Basilicata ha realizzato molte scene di questo ambizioso progetto. È il regista ci sta ripagando con bellissime interviste ai media dove dichiara: “Tornerò a lavorare qui. Una terra accogliente e ospitale con il cinema”. In pista anche Stefano Accorsi, protagonista maledetto di un film sulle corse automobilistiche che lo vede sfrecciare di notte nei Sassi di Matera e per le corsie di Pisticci.
Tanto lavoro.L’ultimo bando per fondi regionali ha assegnato quattrocentomila euro a favore di film, documentari e web series che spenderanno il finanziamento sul territorio della Basilicata impegnando numerose maestranze locali, sia tecniche che artistiche. Qui al meeting abbiamo continuato a lavorare sul progetto “Potere lucano” di Jo Capalbo che appassiona sempre più addetti ai lavori. Molti giovani autori stanno emergendo. Si chiamano Giuseppe Marco Albano vincitore del David di Donatello per miglior corto, uguale ambito espressivo per Nicola Ragone o per Vito Cea e Antonio Andrisani vincitore di un Globo d’oro per il corrosivo e centrato “Sassiwood”. E aspettiamo i nuovi progetti per condividerli con sangue e anima. Perché Lucana film Commission non si è mai considerata un bancomat o un’agenzia di collocamento. La Basilicata è una delle regioni che meglio sostiene con determinazione produttiva i cortometraggi. Nella tabella italiana per opere e fondi assegnati, la terra di Rocco Papaleo e Antonio Gerardi, è seconda in graduatoria superando di gran lunga regioni più vaste e più ricche. Produrre corti significa sperimentare il nuovo che avanza.
Il momento di crescita si registra anche nell’audiovisivo. Ieri a Matera, insieme al sindaco De Ruggieri, (che da ragazzo vide qui il set de “La lupa” di Lattuada) e Patrizia Minardi, dirigente della Regione, abbiamo tirato le somme della fiction che per molte settimane ha visto la Endomol allestire per la Rai uno dei titoli più attesi per i palinsesti del prossimo autunno.
Sentire Cinzia Torrini, Anna Valle, Irene Ferri magnificare una regione, una città, un metodo di lavoro utile a far nascere nuovi percorsi produttivi è il miglior viatico per andare avanti.
Mi ha fatto piacere incontrare qui a Matera giovani realtà produttive calabresi che in direzione ostinata e contraria perseguono il loro obiettivo di vita. Ho rivisto un mio allievo universitario che si occupa di distribuzione indipendente. I Nucci e Tucci che realizzeranno un documentario su Matera. Ho ammirato la crescita del mio coetaneo Pino Citrigno. L’esercente della mia Itaca, che insieme ad altre autorevoli persone nella Commissione ministeriale di finanziamento con trasparenza e professionalità stanno costruendo la migliore stagione mai vista del sostegno pubblico al cinema italiano.
Il nuovo meridionalismo deve poggiare sull’industria culturale e in particolare modo sul cinema che è un nostro grande patrimonio. I risultati della Puglia, le grandi potenzialità della Sicilia e della Campania, il fresco entusiasmo basilisco devono aiutare la Calabria ad allinearsi verso quello che è possibile e necessario. Ci sono esperienze e persone in grado di realizzarlo.
Questo è il pensiero da Matera capitale del cinema meridiano meridionale.
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