Ieri la notizia della formalizzazione della procedura di licenziamento collettivo di 2.988 lavoratori dei call center AlmavivA, di cui 1.670 solo nella città di Palermo.
Oggi la manifestazione dei lavoratori in piazza Indipendenza, davanti al Palazzo d’Orleans, sede della Regione Siciliana. Sì, perché non si dà la colpa di quanto accaduto solo all’azienda ma anche (e soprattutto) “alla politica incivile e incompetente“, come detto dal segretario reggente di Palermo di Confintesa, Daniele Ruisi, uno dei sindacati più attivi nella vicenda.
In una nota stampa, infatti, Ruini ha spiegato che “in Sicilia, per portare un esempio che rende l’idea, ogni qual volta cominciava un’interlocuzione con un assessore, dopo pochi mesi il presidente della Regione lo aveva già cambiato e dovevamo ogni volta cominciare da capo a rispiegare il problema e riportare avanti la lotta alla sopravvivenza per questi lavoratori, ai quali in fase di campagna elettorale tutti erano interessati”.
Ruini, però, ha anche spiegato raccontato che “AlmavivA un colosso da 12000 dipendenti solo nel settore Telecomunicazioni, l’evoluzione occupazionale a fine anni 90, innovazione e tecnologia, comunicazione e consulenza, un fenomeno senza pari, ma come tutti i fenomeni in Italia destinato a spegnersi lentamente. Il perché è da ricercarsi un po’ ovunque, nelle imprese che applicano la delocalizzazione, abbassando il costo del lavoro e partecipano così a gare con il massimo dei ribassi possibili (fenomeno che si sta tentando di arginare), al governo che rende possibile l’applicazione di nuove tecnologie di contratti, che di fatto alle aziende di nuova costituzione o alle aziende che lavorano con la delocalizzazione consente di assumere persone con il minimo dei costi e anche lì l’effetto è lo stesso”.
“Anche AlmavivA – ha sottolineato Ruisi – ha avuto i suoi aiuti sociali, in Sicilia ha assunto LSU attraverso un’azione di sgravi e di incentivi, ha utilizzato finché possibile gli ammortizzatori sociali e come un cane che si morde la coda, oggi non potendone più usufruire, altre aziende gioiscono virtuose dei suddetti aiuti”.
Tutto, però, non sembra perduto. Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, in una nota ufficiale, ha scritto “invitiamo AlmavivA a revocare la comunicazione di avvio della procedura di mobilità per tremila lavoratori e a rendersi disponibile a riprendere e sviluppare il confronto con le organizzazioni sindacali e con le istituzioni per verificare le possibili alternative ad una decisione che produrrebbe una situazione pesante dal punto di vista sociale, peraltro in territori che già scontano difficoltà occupazionali”.
Foto di Rosaura Bonfardino.
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