La ricetta elettronica è partita tra mille difficoltà in Sicilia, ma intanto è partita.
Non sono mancati nei primi due giorni, sia da parte dei medici di medicina generale che dalla farmacie problemi, difficoltà e tanta confusione di interpretazioni e, soprattutto in molti hanno dovuto a che fare con collegamenti lenti e alle volte inaccessibili.
Si tratta di una sperimentazione.
La Sicilia, infatti, la prima delle grandi regioni a confrontarsi con la «rivoluzione» della ricetta.
«È vero ci sono stati dei disagi a prima mattina – sottolinea Luigi Galvano della Fimmg – fino alle 14,30 in tutta la Sicilia ma soltanto in 7 province, tranne Ragusa ed Enna che hanno avuto seri problemi di collegamento, erano stati una cinquantina in medici che erano riusciti a collegarsi con il sistema informatico producendo circa 500 ricette elettroniche con i cosiddetti “promemoria” che vengono al momento consegnati agli assistiti al posto della classica ricetta. Bisognerà vedere cosa sia accaduto nel pomeriggio ma questi dati si sapranno non prima di domani (oggi per chi legge, ndr)».
«C’è ancora tanto da fare – sottolinea Roberto Tobia di Federfarma – siamo partiti con un sistema senza avere mai fatto i cosiddetti “numeri zero”, senza alcuna sperimentazione sul campo. È vero che l’assessorato alla Salute ci ha concesso una prorogata per entrare a regime fino al 31 ottobre ma credo che anche dopo non mancheranno disagi, disguidi e soprattutto critiche».
«Ho avuto diverse difficoltà nello stilare tre promemoria – ha detto Milena Lo Giudice, pediatria di libera scelta – basta commettere un errore, oppure riscrivere un farmaco allora è bene mettersi il cuore in pace. Perché il sistema chiede una nuova password. Una cosa è certa come si potrà conciliare l’ambulatorio con le visite e allo stesso tempo redigere il promemoria facendo attenzione a non commettere errori? ».
Spiega l’assessore alla Salute, Lucia Borsellino: «Il sistema andrà avanti a tappe e non si può avere l’ambizione che tutto funzioni al cento per cento dall’oggi al domani».
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