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In Belgio gli studenti lavorano. Ecco come si combatte la disoccupazione
12 Ago 2013 10:18

Amina ha 17 anni e consegna lettere e plichi con il piglio del postino esperto. A distinguerla dai colleghi più anziani, solo la scritta ‘student’ sulle spalle della sua maglietta rossa.

Non i carichi di lavoro, né lo stipendio. “1700 euro al mese” dice con orgoglio la giovane bruxellese di origine congolese, una delle migliaia di studenti fra i 16 ed i 18 anni che il Belgio coinvolge nel programma ‘job-étudiants’, una delle esperienze di successo nel campo della lotta contri la disoccupazione giovanile.

Nelle scuole belghe la proposta formativa dai 16 anni in poi comprende un percorso di lavoro per tutti gli studenti. Che sono liberi di scegliere il livello di impegno, ma che – in termini di prestazione lavorativa richiesta – non si differenzia da quella dei lavoratori a tempo indeterminato di pari funzioni.

Insomma, niente sconti sull’efficienza richiesta. L’offerta di lavoro per gli studenti è altissima, in tutti i campi dal pubblico al privato (oltre ai classici posti da cameriere, cuoco o barista, alla proposta di progetti di ricerca, anche stimolanti come la richiesta per una ‘redazione di biografia familiare’ che compare nel sito). Non lavoretti estivi a nero, ‘regalati’ per assistenzialismo a giovani che possono limitarsi a chattare su Facebook in uffici deserti.

L’impiego nel periodo delle ferie, per le Poste, è specificamente “determinato in base alle necessità“. Tanto nel privato quanto nel pubblico, l’impiego degli studenti è regolamentato da un contratto speciale, che garantisce sia il livello del salario sia il diritto a poter seguire il corso di studi, che si dovrà adattare agli orari di lavoro.

La durata dei contratti può arrivare ad un anno. Come quello scelto da Amina. “E’ un sacrificio, ma ne vale la pena: mi piace camminare, dò una mano a casa e quando avrò 18 anni mi potrò comprare la macchina” racconta con entusiasmo la giovane postina di Avenue Louise, spiegando che con B-Post, le Pt belghe, è in servizio “tra le 6,30 e le 14,30” per un totale di 38 ore a settimana. “E nel pomeriggio studio” aggiunge, con meno entusiasmo.

Un calo di rendimento scolastico nelle materie classiche è messo in conto, ma è considerato più che compensato dai vantaggi dell’ingresso anticipato nel mondo lavorativo: formazione sociale e professionale (un giorno di e-learning alla Post Academy, più 4 sul posto di lavoro prima del primo impiego; tre giorni sul posto di lavoro al via di ogni contratto successivo) e flessibilità occupazionale garantita in questo modo alle aziende.


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