Doppio rinvio per l’Ilva. La decisione del Tar di Lecce slitta al 6 marzo per l’esame dei ricorsi presentati da Regione e Comune di Taranto contro il decreto che ne stabilisce il piano ambientale. E il Consiglio regionale pugliese, con 26 voti a favore e 19 contrari, ha approvato la proposta avanzata dal presidente della Regione Michele Emiliano di rinviare la votazione sui tre ordini del giorno sull’Ilva presentati a conclusione della seduta monotematica svoltasi lo scorso 1 dicembre.
In apertura della seduta, Emiliano aveva chiesto al Consiglio regionale di rinviare la votazione perché “eventuali voti ora – ha detto – potrebbero dare la scusa al Governo per chiudere la trattativa. Propongo quindi un atto di compromesso utile al Consiglio: a fronte del rinvio porterò in Aula il testo della bozza dell’accordo con il governo per essere autorizzato dal Consiglio a firmarlo”.
Mino Borraccino, firmatario di uno degli emendamenti, Francesca Franzoso che aveva sottoscritto quello per conto di Forza Italia e Galante, primo firmatario del documento presentato dal M5S, hanno rigettato la richiesta di rinvio: Borraccino sostenendo il mancato coinvolgimento del Consiglio regionale e l’interlocuzione con i consiglieri regionali dell’area jonica, Franzoso accusando il presidente di esercitare un’azione coercitiva sulla sua maggioranza e Galante affermando l’incompatibilità dello stabilimento con la salute umana.
Nel dibattito anche le voci di Ignazio Zullo (“la leale collaborazione con si attiva per via giudiziaria”), mentre la posizione del presidente Emiliano è stata sostenuta da Paolo Campo (“finalmente avviato un percorso nel quale la Regione ed il territorio sono attorti e non passivi spettatori”), Enzo Colonna (“la Regione ha recuperato capacità decisionale e ruolo negoziale”), Paolo Pellegrino (“il ricorso ha dato forza all’azione della Regione a favore del territorio”) e Napoleone Cera.
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